Il via libera definitivo ai bandi ci sarà solo con il nulla osta da parte di Roma e Parigi, ma intanto la Telt, la società italo francese che gestisce i contratti per la realizzazione della Tav, ha deciso di fissare per l'11 marzo la pubblicazione degli inviti a presentare candidature relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base" per rispettare il termine del 31 marzo e avere il finanziamento europeo 2019 e non perdere 300 milioni. Si tratta di un'opera ceh vale di 2,3 miliardi necessari per completare le due canne della galleria tra l’imbocco di Saint Jean de Maurienne e il confine italiano: in tutto 45 chilometri dei 90 complessivi.
Rimane dunque sospeso il futuro della Tav, un tema si cui il governo ha sfiorato la crisi, e che tutt’ora divide Lega e 5 Stelle.
La decisione della Telt segue quella del premier Conte che per non arrivare alla rottura aveva deciso di spostare la pubblicazione dei bandi, e ha ribadito la volontà di avviare una verifica sulle opere realmente utili al paese, definendo la Tav "poco conveniente per il paese": la posizione dei 5 Stelle.
Dall’altra parte la Lega rimane convinta della necessità di realizzare la Tav, sia pur con una revisione del progetto, con il sottosegretario e numero due della Lega Giancarlo Giorgetti, che ha chiesto anche un passaggio parlamentare, alimentando le tensioni nella maggioranza. "Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni, - ha però replicato il sottosegretario agli Esteri dei 5 Stelle Manlio Di Stefano - è evidente che la Tav non si farà".
Posizioni che sembrano al momento inconciliabili, e che il rinvio dei bandi non sembra poter riavvicinare, mentre la pressione del mondo dell’impresa aumenta: Confindustria Piemonte ha lanciato una campagna informativa per smascherare le bufale - hanno detto gli impreditori - attorno alla realizzazione di un'opera ritenuta "strategica per la competitività”.


Alessandro Martegani


Italijanski hitri vlak ETR 500 frecciarossa Foto: wikimedia commons
Italijanski hitri vlak ETR 500 frecciarossa Foto: wikimedia commons