Elezioni presidenziali in Argentina, andranno al ballottaggio Massa e Milei il 19 novembre prossimo. Il primo turno ha visto prevalere, tra gli altri candidati, Sergio Massa, peronista di Governo, e l'ultraliberista anti-sistema Javier Milei. Il contesto in cui avviene il voto è di un'economia in gravissima crisi. Lo hanno indicato i risultati ancora parziali ma irreversibili del voto. Secondo il Segretario Generale della presidenza Vitobello, con il 76,12 per cento dei voti scrutinati l'attuale Ministro dell'Economia Massa ha ottenuto al primo turno il 35,9 per cento mentre Milei si è fermato al 30,51 per cento. Al terzo posto si è classificata la conservatrice ed ex Ministro della Sicurezza Patricia Bullrich con il 23,61 per cento. Il vincitore del prossimo ballottaggio, che entrerà in carica il dieci dicembre, dovrà affrontare la difficile situazione economica del paese che sta dando segni di cedimento dopo decenni di crisi finanziarie segnate da debito, cattiva gestione finanziaria e inflazione a tre cifre. Il partito di Massa ha festeggiato, come pure il resto della coalizione peronista che ha dominato la politica argentina per decenni. Lo sfidante Milei ha promesso di tagliare la spesa, di rendere il dollaro la moneta di corso legale nel paese e di abolire la Banca Centrale. Massa, dal canto suo, ha risposto tagliando le tasse sul reddito per gran parte della popolazione e denunciando i rischi derivanti dal taglio dei sussidi all'elettricità e ai trasporti pubblici. L'affluenza alle urne è stata del 74 per cento, la più bassa dal ritorno alla democrazia. Finora il dato più basso era stato registrato nel 2007, quando andò alle urne il 76,20 per cento degli elettori nell'elezione che vide la vittoria di Cristina Fernandez, mentre l'affluenza più alta si ebbe nel 1983, alle prime elezioni democratiche dopo la dittatura, quando si recò alle urne l'85,61 per cento dando mandato a Raul Alfonsin.
Franco de Stefani