Le fiere sembrano una tipologia di evento impossibile da ipotizzare nel breve periodo. E' difficile immaginare eventi nei quali migliaia di persone si ritrovano in spazi ristretti e chiusi. Eventi nei quali un importante fattore di successo sta nella dimensione internazionale. Eppure sono un importante volano di sviluppo sia per le aziende che per molte città. Guardando al calendario, i primi appuntamenti rilevanti non cancellati sono per la seconda metà dell'estate.
Per cui alcuni organizzatori hanno pensato alle fiere virtuali, piattaforme volte a facilitare l'incontro degli operatori economici e degli addetti ai lavori in modo telematico, sia per presentare i prodotti che per intavolare discussioni bilaterali. Sembra l'unica opzione possibile, potrebbe non avere costi eccessivi e si basa sulla disponibilità di molti operatori ormai abituati allo smartworking a seguire eventi online.
Tuttavia ci sono vari limiti: sul lungo periodo, portano a pensare che gli appuntamenti virtuali al massimo si potranno solo affiancare alle fiere tradizionali. Da una parte l'efficacia dei server, dato che molti operatori sono interessati a dar di se la migliore immagine possibile come spesso accade nella moda e nel design in genere. Vengono meno anche la possibilità di provare i prodotti, aspetto fondamentale per esempio nel settore enogastronomico, ma anche di analizzarne i minimi dettagli, elemento importantissimo nell'automotive.
Infine, viene meno anche un importante fattore quale l'impatto economico sul contesto circostante, fatto di pernottamenti, pasti, trasporti e altri tipi di consumi sui quali si basano consistenti fette di economie di molte città, per esempio Milano durante tutto l'arco dell'anno o Verona per il Vinitaly.
Antonio Saccone