"La presenza di forze straniere non porterà sicurezza, ma al contrario sarà la principale causa dell'aumento delle tensioni nella regione del Golfo Persico". Questa la risposta del presidente iraniano Hassan Rohani in merito alla proposta avanzata ai paesi alleati dall'ormai ex capo della diplomazia britannica Jeremy Hunt, di formare squadre navali che garantiscano la protezione delle petroliere in transito nel Golfo Persico. Rohani si è espresso a margine di un incontro a Teheran con il ministro degli Esteri dell'Oman, Yusuf bin Alawi. Inoltre, a suo dire, la radice delle tensioni che attraversano la regione sarebbero da ricercare nella decisione presa dagli Stati Uniti lo scorso anno di ritirarsi dal trattato sul nucleare con la Repubblica islamica.
Intanto il portavoce del governo iraniano, Ali Rabiei, ha smentito il fatto che l'incontro di Tehrean abbia avuto come scopo la mediazione dell'Oman nello scontro tra Iran e Occidente. Rabiei ha inoltre precisato che la sicurezza del Golfo Persico dovrebbe spettare agli stati della regione.
Nel contempo, la Francia ha reso noto di non voler mandare altre forze nell'area, ma di essere disposta a condividere le informazioni e coordinare le truppe già presenti sul territorio. Nelle coste dell'Iran è giunta intanto la seconda nave militare britannica che dovrebbe garantire inseme alle forze già presenti, la sicurezza delle imbarcazioni che attraversano lo stretto di Hormuz.

Danijel Konestabo

Foto: Reuters
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