Un calo del 305 per cento, e una quotazione finita a meno 37,63 dollari al barile. Il blocco delle attività economiche negli Stati Uniti porta anche questi paradossi, con i futures del Wti, il petrolio estratto in Texas in consegna a maggio, finiti addirittura in quotazione negativa sul mercato di New York.
Mezzi fermi, fabbriche chiuse e aerei a terra hanno trasformato l’oro nero in una materia al momento senza utilità, e le quotazioni sono crollate. In calo deciso anche il Brent, il greggio estratto nel mare del Nord, che viene utilizzato da termine di riferimento per il mercato del petrolio, arrivato a meno di 20 dollari al barile, quotazioni che portano il greggio in generale ai minimi dal 1983. La quotazione negativa è invece un record nella storia del mercato del petrolio.
A pesare sulla quotazione oltre al blocco, si parla naturalmente di titoli sul mercato del petrolio e non del prezzo di un barile fisico, l’ammassarsi di barili prodotti, che comporta dei costi di stoccaggio, ma soprattutto la reazione dei mercati in cui si sono verificate vendite massicce sul petrolio americano in consegna a maggio, mentre sono rimaste ad esempio positive per quello in consegna a giugno. Incide anche il limitato taglio alla produzione deciso dai paesi produttori, che non sarebbe adeguato al calo della domanda e quindi avrebbe fatto scendere il prezzo.
In particolare poi il Wti, il petrolio americano ottenuto dalla frantumazione delle rocce, ha costi di estrazione molto alti, e conviene estrarlo solo se le quotazioni internazionali sono superiori ai 40 dollari al barile. Nella situazione attuale quindi conviene pagare per liberare i magazzini.
Dati che ora fanno temere anche il fallimento di molte compagnie petrolifere statunitensi nel medio periodo, e l’esposizione a catena delle banche che le hanno finanziate e degli investitori hanno investito sul petrolio. Un problema che per ora è limitato agli Stati Uniti, ma che non potrà non avere ripercussioni in tutto il mondo se le cifre rimangono quelle attuali.
Oggi Brent ha avuto un rimbalzo sui mercati asiatici, ma in Europa la discesa è continuata, arrivando sotto i 20 dollari al barile.
Alessandro Martegani