"Esprimo la mia solidarietà e ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili. Rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL." Sono queste le prime parole della Premier italiana Giorgia Meloni nel commentare la notizia dell'assalto e chiedendo pene severe nei confronti dei responsabili. Secondo fonti governative, i quattro militari sarebbero rimasti feriti ma le loro condizioni di salute non destano preoccupazione per la loro incolumità. Le autorità competenti sono attualmente impegnate in indagini approfondite al fine di chiarire le circostanze di quanto successo e individuare i colpevoli. Dalle prime ricostruzioni però, sembra che l'attacco sia stato condotto mediante il lancio di due razzi calibro 122 millimetri, presumibilmente di provenienza Hezbollah, che hanno colpito con precisione la base militare. L'impatto dei proiettili ha causato danni significativi alle infrastrutture, in particolare a un bunker, che fortunatamente non ha ceduto, e a un'area logistica adibita alle operazioni della Polizia Militare Internazionale. L'onda d'urto generata dalle esplosioni ha inoltre provocato la frammentazione di numerosi vetri, i cui cocci hanno causato ferite lievi ai quattro soldati italiani. Uno degli edifici colpiti, si legge ancora, ha preso fuoco, ma le fiamme sono state rapidamente spente dal personale della base. "Intollerabile quanto accaduto" ha dichiarato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha rimarcato l'impegno dell'esercito italiano nelle missioni di pace e ha aggiunto che i militari "non vanno toccati. Se pensano di continuare a fare danni alle nostre basi hanno sbagliato." A esprimere indignazione e preoccupazione pure il Ministro della Difesa Guido Crosetto il quale ha dichiarato che si è trattato di un'azione inammissibile: "L'UNIFIL deve restare in Libano ma non diventi ostaggio delle milizie libanesi. Le basi non siano utilizzate come scudo." Posizioni simili anche da parte del Presidente del Senato Ignazio La Russa e del Ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini.
Alessia Mitar