Dopo 5 mesi di sospensione riprendono nella capitale austriaca Vienna i colloqui con l'Iran sul programma nucleare iraniano. I diplomatici occidentali hanno avvertito che il tempo stringe per negoziare una soluzione a causa dei significativi progressi che Teheran ha fatto nel suo programma di arricchimento dell'uranio che rende possibile un percorso verso la costruzione di un ordigno nucleare. Il Presidente iraniano Raisi fino ad ora ha sempre ribadito che i negoziatori di Teheran non si tireranno indietro in alcun modo nel difendere i propri interessi. Nello stesso tempo il Ministero degli Esteri iraniano ha fatto sapere di volere una ammissione di colpevolezza da parte degli Stati Uniti riguardo al ritiro dall'accordo, l'immediata revoca di tutte le sanzioni statunitensi e una garanzia che nessun futuro Presidente degli Stati Uniti abbandonera' nuovamente unilateralmente l'accordo come fatto dall'ex inquilino della Casa Bianca Trump. L'inviato speciale per l'Iran Malley ha riferito che Washington e' pronta a prendere tutte le misure necessarie per tornare in regola, compresa la revoca delle sanzioni imposte dall'amministrazione Trump, che hanno finora paralizzato l'economia iraniana, ma ha anche avvertito che la finestra per i negoziati non sara' aperta per sempre. Malley ha precisato che l'accordo ad un certo punto sara' molto eroso perche' Teheran avra' fatto dei progressi che non potranno essere invertiti, e che in tal caso non si potra' piu' negoziare. Da parte sua il Dipartimento di Stato americano ha aggiunto che ogni opzione e' sul tavolo nel caso l'Iran non negozi in buona fede e non rimetta il suo programma nucleare nel quadro dell'accordo.
Franco de Stefani