Il 90 per cento delle nostre azioni sfugge a un controllo cosciente. Ci sono operazioni fisiologiche come la respirazione, il battito cardiaco, la masticazione e la locomozione che sono automatici e regolati in modo non volontario, e poi tutta una serie di operazioni che fanno parte di automatismi e sono svolte dai nostri cinque sensi, l'elaborazione delle informazioni visive, acustiche, tattili, gustative e olfattive. Parametri che il nostro cervello analizza costantemente in modo automatico. E ci sono una serie di azioni e comportamenti divenuti nel tempo automatici, a furia di ripeterli. Pertanto, solo una piccola porzione delle nostre azioni è davvero volontaria e controllata. Si tratta di gesti inconsapevoli guidati dai sensi e dalla situazione circostante e non dalla volontà. Possiamo ad esempio guardare la tv e nel frattempo cucinare. Ci sono poi i processi controllati dalla volontà conscia. Se stiamo imparando a guidare, e questa non è ancora un’attività automatica, staremo concentrati al massimo e non riusciremo a chiacchierare con chi è seduto a fianco. Perché un'azione controllata diventi automatica a volte occorrono minuti, altre ore per memorizzare una sequenza di azioni. Mesi, per il bambino che impara a camminare. Lo stesso vale per le nostre abitudini quotidiane. Entriamo in casa poggiamo la borsa nello stesso posto, gli occhiali e le chiavi sulla stessa mensola, il telefono sul tavolo, e ripetiamo per anni quel gesto che alla fine diventa automatico. È per questo che quando involontariamente poniamo gli stessi oggetti da un'altra parte poi impazziamo a cercarli. Compiamo tanti gesti in automatico perché c’è lo chiede il nostro cervello che come tutti gli altri organi del nostro corpo tende a risparmiare energia e risorse. Quindi seleziona le azioni più efficienti e tende a ripeterle e, così nel tempo sino a farle diventare automatismi che mettiamo in atto senza rendercene conto. Bisogna però fare attenzione ai gesti automatici, per evitare di incappare in incidenti, specie durante la guida del nostro mezzo, rischiamo di non accorgerci dell'improvvisa frenata di chi ci precede o magari di superare senza renderci contro di essere di intralcio ai veicoli più rapidi che sopraggiungono.
Corrado Cimador