Foto: Reuters
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Gli smartphone provocano nel cervello dinamiche simili a forme di dipendenza come quelle di alcol o nicotina. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior, condotto su 25 volontari di età compresa tra 18 e 30 anni, coordinato di Mike M. Schmitgen, dell’Università tedesca di Heidelberg.
Per verificare se l’uso continuato del telefono provochi dipendenza o meno, i ricercatori hanno chiesto ai volontari di cessare l’uso dello smartphone, o di limitarne l’utilizzo il più possibile, per tre giorni, e sottoporsi a test e a esami strumentali prima e dopo la pausa, per verificare come il mancato uso del telefono stimoli i recettori delle dipendenze, e rimodelli l’attività cerebrale.
Le analisi hanno dato i risultati attesi: dopo poche ore “sono state trovate associazioni tra cambiamenti nell'attivazione cerebrale nel tempo e sistemi di neurotrasmettitori correlati alla dipendenza”.
Dopo 72 ore invece, sono state mostrate ai volontari immagini con soggetti diversi, come fiori o barche, e altre con degli smartphone, e si è osservata l’attivazione di alcune parti del cervello “collegate all'elaborazione della ricompensa, simili ai segnali cerebrali collegati alle dipendenze da sostanze come la nicotina o l'alcol”.
La dipendenza da smartphone ha anche un nome, si chiama “nomofobia”: una condizione psicologica caratterizzata dalla paura o dall’ansia intensa di non avere accesso al proprio telefono cellulare. I sintomi sono ansia, irritabilità, agitazione, panico, dipendenza dal telefono e difficoltà di concentrazione, accanto a un eccessivo controllo sul proprio dispositivo e a un eccessivo utilizzo del telefono cellulare.

Alessandro Martegani