L'Iran - in questo modo - mette in atto quanto annunciato la scorsa settimana dal capo dello Stato, Hassan Rohani, nel suo ultimatum ai restati firmatari dell'accordo sul nucleare, per mantenerlo in vita dopo il ritiro unilaterale da parte di Washington. Gli obblighi interrotti riguardano le riserve in eccesso di uranio arricchito e acqua pesante, che non saranno più esportate per limitarne la quantità a disposizione dell'Iran. Se entro 60 giorni un'intesa con i partner sarà raggiunta, Teheran tornerà a rispettare i limiti sulle riserve come previsti dall'accordo.
Il leader supremo iraniano, l'Ayatollah Khamenei, ha dichiarato che il Paese non vuole una guerra con gli Usa, e neanche nuovi negoziati. Teheran - secondo le sue parole - non ha intenzione di cedere alle pressioni statunitensi.
Anche il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, durante un incontro a Sochi con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha affermato che gli Stati Uniti non desiderano entrare in guerra con l'Iran, ciononostante vogliono mantenere forti pressioni sul Paese. Lavrov ha garantito ulteriore impegno per una soluzione politica alle ultime tensioni con Teheran.
Pompeo hai parlato con il capo della diplomazia russa anche riguardo la Corea del Nord, affermando che solo quando Pyongyang avrà attuato gli accordi sulla denuclearizzazione, gli Stati Uniti saranno pronti a revocare le sanzioni imposte al Paese asiatico.
Successivamente ha avuto pure un colloquio con il presidente Vladimir Putin, durante il quale si è detto convinto che il capo della Casa Bianca, Donald Trump, voglia migliorare i rapporti con la Russia. Il leader del Cremlino si è augurato che la visita di Pompeo possa beneficiare le relazioni bilaterali fra i due Paesi.


E. P.

Foto: Reuters
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