
"Siamo narratori, non siamo provocatori, a volte facciamo pezzi satirici come avrebbe dovuto essere anche questo. Questa è la dualità della satira: dipende dal contesto nella quale la inserisci per trasformarla in uno scherzo o meno. Qui non c'era contesto ed il video è stato pubblicato senza il nostro consenso e senza esserne informati", ha detto al 'Guardian' Solo Avital, il registra americano di origine israeliana che è uscito allo scoperto dichiarando la paternità del video virale sul progetto trumpiano per Gaza. Avital ha detto di aver deciso di creare un video di "satira su questa idea megalomane di mettere statue a Gaza" per vedere cosa avrebbe prodotto su questo tema l’intelligenza artificiale Arcana.
L'ha poi condiviso con alcuni amici, mentre il suo collega Ariel Vromen l'ha postato solo per qualche ora sul suo Instagram. Dopo poco, infatti, Avital avrebbe deciso di rimuovere il video dai social per paura che potesse essere considerato “insensibile” e “perché non intendeva prendere posizione”, ma la sua creatura aveva preso ormai vita propria, tanto da essere stata già ripostata dallo stesso Donald Trump sul suo account 'Truth Social'; considerandolo probabilmente un racconto che esprimeva efficacemente la sua idea di trasformare la Striscia di Gaza in un paradiso in stile Dubai, con tanto di Elon Musk che mangia hummus e Benjamin Netanyahu che sorseggia drink in riva alla piscina di un resort.
Una prima versione del video secondo Avital probabilmente dovrebbe essere arrivata ai collaboratori di Trump attraverso Mel Gibson, che Trump ha nominato ambasciatore speciale a Hollywood a gennaio, e che precedentemente ha collaborato sia con EyeMix che con Arcana. Gibson ha negato di aver condiviso il video AI con Trump, hanno detto entrambi i creatori, però ha ammesso di averlo fatto con altre produzioni in passato.
A questo punto Avital, oltre che per dissociarsi dall’utilizzo fatto della sua clip ha voluto parlare per condividere l’insegnamento tratto da questa esperienza; ossia il fatto che bisogna fare attenzione a come si usano sia l’intelligenza artificiale sia soprattutto i social, perché si rischia molto facilmente di perdere il controllo su ciò che viene condiviso.
Qualcuno ritiene che una vittima di questa storia sia stata anche la satira, visto che non è stata colta dagli stessi interessati o forse anche sì, trasformando quello che avrebbe voluto essere una presa in giro in un prodotto di propaganda a proprio favore. D’altronde spesso l’inferno per qualcuno è il paradiso per qualcun altro e la realtà ormai supera le nostre più sfrenate fantasie.
Barbara Costamagna