Al giorno delle elezioni in Turchia si giunge con un anno di anticipo per volere del presidente uscente Erdogan, al potere ormai da 15 anni, che punta ad un nuovo mandato con gli ampi poteri derivati dalla riforma costituzionale. Lo sfidano il repubblicano Ince, la cosiddetta Lady di Ferro della destra, Akşener, il curdo Demirtas, che corre dal carcere, e due candidati minori. Per garantire la regolarità delle operazioni di voto ai seggi saranno impegnati oltre 500 mila rappresentanti di lista ed osservatori indipendenti.
Il vincitore otterrà ampi poteri, nel Paese è stata infatti abolita la figura del premier. Il nuovo Capo di Stato nominerà vicepresidenti e ministri e non avrà bisogno di un voto di fiducia.
56,3 milioni di cittadini turchi sono chiamati alle urne in oltre 180 mila seggi distribuiti in tutte le 81 province, mentre gli aventi diritto all'estero sono oltre 3 milioni. Il voto all'estero nei seggi istituiti in 123 rappresentanze diplomatiche di 60 Paesi, si è concluso martedì, con un'affluenza del 48,7 per cento.
Oltre che per la presidenza, oggi si vota anche per il nuovo parlamento: 8 partiti concorrono per i 600 seggi in palio. Da una parte la coalizione del Popolo formata dal partito di Erdogan, AKP, e dai nazionalisti del MHP, dall'altra quella della Nazione composta dal CHP, dal Buon partito della Akşener e dagli islamisti del SP. Concorrono da soli invece i filo-curdi dell'HDP, che cercheranno di superare la soglia del 10 per cento, e due forze minori.