Le retribuzioni verranno armonizzate a giugno, nella misura dell'80 percento dell'inflazione registrata quest'anno. Tra gli altri punti concordati, l'anticipazione dell'aggiunta annuale per le ferie; ai dipendenti pubblici i versamenti arriveranno con la paga di febbraio, quindi già a metà marzo invece che a giugno, come avveniva finora. Da parte del governo l'accordo è stato siglato dai ministri delle Finanze, Klemen Boštjančič, e della Pubblica Amministrazione, Franc Props, per la parte sindacale dai leader dei gruppi negoziali, Jakob Počivavšek e Branimir Štrukelj. L'intesa siglata oggi dovrà essere ancora confermata dal governo, sull'adesione alla firma si esprimeranno anche gli organismi sindacali. Sia il governo che i sindacati si sono detti soddisfatti per essere riusciti a raggiungere un compromesso dopo che alcuni mesi fa le trattative erano finite in una fase di stallo. Un accordo che rappresenta un buon punto di partenza per negoziati ancora più impegnativi che attendono governo e sindacati; il prossimo anno proseguirà infatti il confronto sull'eliminazione delle disparità retributive e sulla riforma del sistema salariale nel pubblico impiego. Secondo il ministro delle Finanze Klemen Boštjančič sono due gli aspetti principali dell'intesa siglata questa mattina: in primo luogo l'armonizzazione dei valori delle fasce retributive con l'80 percento dell'aumento dei prezzi al consumo da dicembre 2022 a dicembre 2023; l'allineamento avverrà il primo giugno 2024. In secondo luogo, come detto, il pagamento dell’indennità per le ferie annuali verrà effettuato già con lo stipendio di febbraio. Il ministro della Pubblica Amministrazione Franc Props, ha detto che con questo accordo lo Stato si è assunto un onere finanziario di poco superiore ai 140 milioni di euro.
Restano in sospeso accordi con altri sindacati del pubblico impiego; medici e dentisti, raggruppati nel sindacato Fides, educazione, istruzione, scienza e cultura, aderenti al sindacato Sviz, e istruzione universitaria. Ieri, lo ricordiamo, si è concluso con un nulla di fatto, dopo appena 15 minuti, il confronto tra governo e Fides, che ha contestato alla controparte di non aver portato al tavolo negoziale alcuna nuova proposta per risolvere il contenzioso; resta quindi attuale uno sciopero di avvertimento il 9 gennaio e uno ad oltranza a partire dal 15 dello stesso mese.
Delio Dessardo