Anche in Slovenia si sta ragionando su come riprendere le attività nel settore turistico. Un gruppo di esperti sta elaborando un piano per riaprire alberghi e ristoranti al più presto, garantendo la sicurezza di ospiti e lavoratori.
A tal fine nel dibattito è stato coinvolto anche l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica che dovrà cercare di dirimere le questioni pratiche legate alla gestione dell’epidemia, alcune delle quali sono già emerse in questi giorni. Con l’apertura questo lunedì dei dehores di bar e locali si è infatti posto il problema di come continuare a rispettare le norme anticontagio.
Si è scelto di imporre agli operatori di distanziare i tavoli almeno ad un metro e mezzo di distanza l’uno dall’altro senza introdurre l’obbligo di indossare la mascherina da parte degli avventori, che sono tenuti ad utilizzarla solo se devono recarsi ai servizi igienici del locale.
Dopo i bar e le pasticcerie la prossima settimana il Governo prevede di permettere l’apertura delle strutture alberghiere con il limite massimo di 30 ospiti per volta. Si sta anche discutendo su un terzo pacchetto di interventi anticoronavirus che dovrebbe coinvolgere il settore turistico, come chiesto anche dal presidente della Associazione degli albergatori Gregor Jamnik che ha ribadito la crisi di liquidità che sta colpendo gli operatori del settore; che dovranno cambiare anche il modo di gestire alberghi e ristoranti, con la sicurezza che, nonostante la sempre più probabile partenza della stagione turistica nelle prossime settimane, le entrante per l'anno in corso ed anche per i mesi a venire saranno molto inferiori alla media degli anni scorsi.
Il ministro dell'Economia Zdravko Počivalšek ha perciò già annunciato un’estensione degli aiuti al settore ancora almeno per i prossimi quattro mesi se non sino alla fine dell'anno, parlando anche della necessità di istituire un fondo per consentire nuovi investimenti anche in questo ambito attraverso crediti agevolati.
Barbara Costamagna