Foto: X/Gruppo di partito SDS
Foto: X/Gruppo di partito SDS

Dejan Kaloh ha spiegato che stava pensando di lasciare l'SDS già da tempo, la sua decisione non è quindi direttamente collegata a nessun "nuovo piano politico".
A motivare la decisione di abbandonare il Partito Democratico è stato comunque un colloquio tenuto con Anže Logar, il primo deputato che ha recentemente abbandonato l'SDS, seguito poi da Eva Irgl, ma anche l'annuncio dello stesso Logar di allargare il panorama politico sloveno. Un nuovo partito di ampio raggio potrebbe essere infatti la forza politica che in futuro formerà un nuovo governo riformista - un prerequisito affinché la Slovenia possa finalmente avanzare in settori chiave. "Vale la pena parteciparvi", ha sottolineato Kaloh.
Durante l'incontro con Logar ha discusso "riguardo a cosa il nuovo partito può rappresentare un'alternativa". Kaloh ha affermato poi di apprezzare Logar, lo ritiene "un deputato molto capace" che in futuro "diventerà sicuramente un fattore politico importante sulla scena politica slovena".
In una lettera al capo del partito, Janez Janša, Dejan Kaloh ha elencato tra le principali ragioni dell'abbandono dell'SDS pure il comportamento del comitato locale del Partito Democratico di Maribor, che, secondo le sue parole, "ha toccato il fondo". Durante l'ultima sessione del comitato, infatti, è stata discussa una sua eventuale espulsione dal partito.
Inoltre, tra le motivazioni ad uscire dall'SDS, anche il fatto che il Partito Democratico non lo abbia registrato come candidato deputato alle prossime elezioni politiche.
Per il momento comunque non ha parlato di lasciare il gruppo di partito al governo, ha però affermato che i suoi futuri sforzi parlamentari continueranno ad essere "diretti verso il successo per il Paese, che sarà caratterizzato da un'economia competitiva, prospettive chiare per i giovani, una vita dignitosa per gli anziani e il benessere generale di tutta la popolazione".
Come Logar e Irgl, anche Kaloh a febbraio non aveva firmato la dichiarazione dell'SDS, con cui gli altri 24 deputati si sono impegnati ad operare come membri del Partito Democratico e del gruppo di partito fino alla fine del mandato della Camera di Stato. Il gruppo di partito ha quindi deciso di revocare a tutti e tre la partecipazione ai gruppi di lavoro della Camera e li ha spostati nell'ultima fila dell'aula parlamentare.