È stata una cerimonia che ha guardato soprattutto al futuro, piuttosto che al passato, quella che si è svolta nella piazza che, più di ogni altro luogo, riassume la realtà vissuta da Nova Gorica e Gorizia: piazza Europa, o Transalpina, attraversata da un confine che, come ha detto il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, “ora viene vissuto come un elemento di coesione anziché di divisione”.
Nella piazza è stata celebrata la ricorrenza dei 30 anni dalla nascita della Repubblica di Slovenia, un evento organizzato dal Consolato della Repubblica di Slovenia a Trieste in collaborazione con le organizzazioni degli Sloveni in Italia, l'Unione Culturale Economica Slovena, SKGZ, e la Confederazione delle Organizzazioni Slovene, SSO.
Una cerimonia che coincide anche con una fase di ripartenza e di speranza per il futuro in tutta Europa, e alla quale ha voluto partecipare anche il presidente Borut Pahor, accanto, fra gli altri, alla ministra per gli Sloveni nel mondo Helena Jaklitsch, al presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ai sindaci di Nova Gorica Klemen Miklavič e di Gorizia Rodolfo Ziberna, a quello di Trieste Roberto Dipiazza, ai presidenti dell’SKGZ Ksenija Dobrila e dell'SSO Walter Bandelj e al console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste Vojko Volk. Presente anche il presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul.
Pahor ha chiuso la serie d’interventi ricordando i passaggi fondamentali degli ultimi 30 anni, dalla nascita della Repubblica, all’ingresso nell’Unione europea, fino all’incontro nei luoghi della memoria con il presidente Sergio Mattarella: un momento, ha detto, che è giunto grazie al contributo di tutti. Pahor ha però sottolineato soprattutto come, a 30 anni dalla nascita della Repubblica di Slovenia, la ricorrenza ora sia celebrata anche dagli italiani, in molti presenti alla cerimonia. Un’amicizia, quella fra Italia e Slovenia, che sarà ulteriormente rafforzata dalla visita congiunta con Mattarella a Gorizia e Nova Gorica programmata ad ottobre, per celebrare la Città della cultura 2025. “Spero – ha detto – che la situazione sanitaria ci consentirà di essere presenti in gran numero in questa piazza, tutti assieme, per contribuire a un futuro di pace, sicurezza e benessere”.
La presenza di Pahor ha sottolineato ancor di più come i rapporti fra i due paesi siano sempre più stretti, un sentimento ribadito anche dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. “Il popolo sloveno – ha detto - è un esempio per tutta l'Europa perché si è battuto per la propria terra, la propria patria e per vivere in una democrazia occidentale. La nascita della Slovenia è quindi un'importante dimostrazione di rispetto della volontà popolare e del diritto di autodeterminazione dei popoli. Ringrazio il presidente Pahor e tutti i cittadini sloveni per l'importante scelta compiuta nel segno dell'indipendenza e della democrazia, e confermo che il Friuli Venezia Giulia sarà sempre orgoglioso di sostenere questi ideali”.
Parole che confermano i passi in avanti fatti nei rapporti fra Italia e Slovenia, anche in tema di minoranze linguistiche: “Penso a com’era la situazione prima di 30 anni fa, quando lo scioglimento della ex Jugoslavia ha portato alla nascita della Repubblica di Slovenia, con il partito Comunista che non consentiva di esprimere le proprie idee. – commenta Walter Bandelj -. Noi sloveni in Italia abbiamo vissuto molto da vicino la trasformazione della Slovenia in stato democratico, e oggi siamo sicuramente liberi da tutte le due parti. Abbiamo continuato a lavorare negli anni, abbiano visto l’ingresso nell’Unione europea e la fine dei confini con la presenza, proprio in questa piazza, del presidente della commissione europea Romano Prodi. Abbiamo sempre lavorato insieme e questo è un auspicio anche per il futuro: i nostri giovani devono conoscere la storia, quello che è successo, ma non tirarla fuori quando qualcuno vuole utilizzarla politicamente. Il dialogo è importantissimo, e porta a successi come la vittoria nella corsa a Capitale della cultura delle due città, ma anche a momenti come la visita dei due presidenti, che si sono dati la mano lo scorso 13 luglio: un successo non solo per i nostri due paesi, ma per tutta l’Europa, soprattutto per i giovani. Sono contento di aver partecipato a questo percorso.”
“Per gli sloveni in Italia questo anniversario è particolarmente sentito, - spiega Ksenija Dobrila - perché riviviamo quei momenti di 30 anni fa in cui la partecipazione emotiva era molto alta. Abbiamo percorso molta strada, e abbiamo anche raggiunto tanti obbiettivi, come la legge di tutela globale degli sloveni in Italia, abbiamo gioito per l'entrata della Slovenia nella Comunità Europea, festeggiato la caduta dei confini e intessuto rapporti che si erano lacerati negli anni a causa degli avvenimenti storici. L'anno scorso con il supporto della Slovenia abbiamo iniziato il percorso di restituzione del Narodni Dom, e vissuto l'emozione dei due presidenti ai due monumenti di Basovizza. Oggi ricordiamo anche l'evento che vedrà riunite due città, Nova Gorica e Gorizia, che nel 2025 saranno capitale della cultura: credo sarà un evento che darà le ali a questo territorio e sarà un esempio di convivenza”.
Alessandro Martegani