Elenchi che si aggiornano, praticamente quotidianamente e dati incrociati faranno uscire lo spaccato della popolazione residente in Slovenia. La rilevazione varrà effettuata con le stesse modalità del 2011, quando per la prima volta si usarono soltanto i registri. Una pratica adoperata prima in Danimarca e adesso anche in una serie di paesi del Nord Europa ed in Austria. Per effettuare la rilevazione si metteranno all’opera in tutto 10 persone, contro le 10.000 scese in campo nel 2002, quando i rilevatori vennero mandati in giro per il paese. Da Lubiana dicono che ci sarà un notevole risparmio, ma soprattutto che i pregi di questo tipo di censimento sono maggiori rispetto ai difetti.
Non ci sarà il dato sulla nazionalità e nemmeno quello sulla religione. Del resto, quella dell’appartenenza etnica e religiosa non sono domande obbligatorie, previste a livello internazionale, tanto che in alcuni paesi sono espressamente vietate; mentre in altri sono materia di polemiche o speculazioni politiche. Nel 2013, in Bosnia ed Erzegovina, a vigilare sulla raccolta di questi dati ci furono addirittura gli osservatori internazionali.
In Slovenia queste rilevazioni furono fatte l’ultima volta nel 2002. All’epoca quasi il 9% della popolazione si rifiutò di rispondere alla domanda relativa all’appartenenza etnica, mentre quasi il 23% scelse di omettere la religione. Dati quindi incompleti, poco oggettivi, che dipendono dall’umore dell’intervistato e che da sempre provocano notevole stress alle minoranze nazionali.
Nel paese non esistono banche dati per risalire all’apparenza nazionale dei cittadini, ad esclusione delle liste elettorali a cui sono iscritti i membri delle minoranze italiana ed ungherese. L’ultimo elenco, in cui era chiesta la nazionalità è stato cancellato nel 2016 dalla nuova legge sulla residenza, che non prevede più la dichiarazione etnica al momento dell’iscrizione nel registro.
Qualcosa dal punto di vista nazionale, comunque, uscirà anche da questo censimento. Si saprà da dove arriva la popolazione slovena, grazie al dato sul luogo di nascita dei residenti e su quello dei loro genitori, da cui emergerà il numero di immigrati di prima e seconda generazione. Per rientrarvi, basterà che uno dei due genitori non sia nato in Slovenia.