Una ricerca unica nel suo genere, la prima a livello mondiale che ha incrociato i risultati dei tamponi e dei test sierologici su un campione così rappresentativo della popolazione, in base a sesso, età e proveninza geografica. La ricerca è stata condotta, a tempo di record, dall'Università di Lubiana, in primis dall'Istituto di microbiologia in collaborazione con le Facoltà di informatica quella di scienze sociali, l'Ufficio nazionale di statistica, il Centro clinico lubianese e la Clinica per le malattie infettive, prima di iniziare l'indagine ha ottenuto luce verde anche dalla Commissione etica del Ministero dello salute.
Due settimane di intenso lavoro sul campo e in laboratorio, ha sottolineato il professor Mario poljak che ha coordinato la ricerca. Nell'indagine sono stati invitate 3 mila persone, scelte a caso, mentre ha dato il proprio consenso a partecipare poco meno della metà, il 46%. Le 1368 persone coinvolte nella ricerca verranno monitorate ogni 14 giorni, verranno contattate telefonicamente da uno staff sanitario che si informerà sulla presenza di eventuali sintomi, mentre tutti i test del sangue verranno ripetuti tra 6 mesi, a fine ottobre, quando si concluderà la seconda fase della ricerca e i dati verranno confrontati per ottenere un quadro generale ma molto attendibile della diffisuone del Covid19 a livello nazionale.
Dalla ricerca condotta dal 20 aprile al primo maggio, traspare che sarebbe stata contagiata una persona su 30. Su quasi 1400 test effettuati sono emersi due casi di positività, uno nuovo e uno già riscontrato qualche settimana prima, identificate inoltre 41 persone che hanno sviluppato gli anticorpi, che erano asintomatici o ammalati con sintomi molto lievi, per i quali non si può affermare che siano anche immuni. Possiamo affermare con una ragionevole certezza del 95% ancora Poljak, che in Slovenia è stato infettato dal 2 al 4 percento della popolazione. (ld)