È stata presentata nel pomeriggio la denuncia per il danneggiamento dei tre veicoli della Rai avvenuto nei pressi del cimitero di Vilenica, nell’entroterra di Capodistria: la troupe del giornalista inviato del Tg2, Andrea Romoli, si era calata all’interno di una cavità, per preparare uno speciale in vista del Giorno del Ricordo, e al ritorno aveva trovato le automobili con targa italiana con gli specchietti rotti e i vetri incrinati, mentre un’altra automobile con targa slovena non era stata toccata.
Il fatto era stato segnalato immediatamente alla polizia e oggi pomeriggio uno dei componenti del gruppo che è sceso nella cavità, lo speleologo Franc Malečkar, ha presentato denuncia formale a Capodistria. Come si legge dal verbale ad essere state danneggiate sono state solamente le tre automobili italiane, mentre la sua è rimasta intatta. “Al ritorno dalla Grotta di Corgnale-Vilenica, dove abbiamo filmato dei resti umani – ha raccontato Malečkar- abbiamo notato che le vetture sono state vandalizzate: un’automobile ha subito un danno al parabrezza, mentre alle altre tre sono stati distrutti gli specchietti retrovisori. Non so perché sia accaduto, si tratta di un gesto vandalico e primitivo”.
“Le vetture erano parcheggiate a lato della strada nei pressi di un sentiero boschivo, un luogo poco trafficato, nei pressi del quale si trova una grande indicazione di questa grotta, che contiene dei resti umani; io penso che a commettere questo atto vandalico sia stata una persona che passava di lì casualmente e facendosi un idea sul motivo per il quale le automobili della Rai erano presenti in quel posto (per filmare i resti umani nelle grotte), ha deciso di danneggiare le automobili italiane, mentre la mia, con la targa slovena, è rimasta intatta. È la prima volta che mi accade: negli anni ’90, quando facevo parte della commissione comunale per le ricerche nelle grotte con i resti umani, sono sempre stati invitati dei giornalisti o esponenti istituzionali, e a dire il vero ci è successo che in una grotte fosse stato anche gettato del letame fresco”.
L’atto è stato interpretato dagli stessi giornalisti come un’intimidazione, provocando una serie di reazioni in Italia, come quella del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha espresso "solidarietà alla troupe RAI vittima di atti vandalici mentre era impegnata a realizzare un servizio sulle atrocità commesse dalle milizie comuniste di Tito. Un gesto vile - ha aggiunto - che va condannato senza se e senza ma".
Il primo a denunciare pubblicamente l'episodio è stato il nuovo sindacato della Rai “Unirai”: "Dalle Foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha – ha scritto il sindacato in una nota - è teso un unico filo rosso di sangue che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano. Farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle comunità italiana e slovena al di qua e al di là del confine, per costruire un comune futuro di pace e convivenza”.
Il vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ha espresso solidarietà ai giornalisti “colpiti – ha detto - da un vile attacco”. “Simili azioni – ha aggiunto - riaprono ferite che sembravano almeno parzialmente rimarginate con la fine dell’oblio. Non è accettabile – ha concluso Rampelli – che qualcuno perseveri nel negazionismo o nel tentativo di nascondere le decine di migliaia di vittime infoibate sul confine orientale”.
Anche la presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia ha definito “inaccettabile che il lavoro giornalistico venga ostacolato e reso oggetto di atti intimidatori e violenti” che “mettono a rischio il diritto fondamentale alla libertà di stampa”. Solidarietà anche dalla senatrice triestina del Pd Tatjana Rojc, secondo la quale “chi vuole intimidire, chi tenta di minacciare, è legato al passato”.
Anche in Friuli Venezia Giulia Il consigliere regionale Diego Bernardis ha espresso "massima vicinanza e solidarietà alla troupe della Rai, oggetto, ha detto, di spregevoli attacchi e atti intimidatori".
Dionizij Botter - Alessandro Martegani