
L’integrazione pensionistica per meriti artistici è terreno di scontro politico. Dopo che il deputato democratico Zvone Černač ha spiegato che l’attività sul territorio ha portato alla raccolta di oltre 47 mila e 500 firme, e centinaia di nuovi iscritti nel partito, si è messa in moto la macchina politica prima che quella legislativa faccia il suo corso. Černač ha premuto subito il piede sull’acceleratore chiedendo al massimo organo legislativo di definire quanto prima una data per il referendum. Per la maggioranza adesso è tutto da rifare. A due mesi dall’adozione della legge in Camera di Stato, fortemente voluta da Sinistra/Levica e votata con 51 sì e 28 no, adesso la coalizione si trova a rincorrere nel dibattito pubblico, dove il pallino, piaccia o meno, è in mano all’opposizione. La ministra della Cultura e leader di Levica, Asta Vrečko, ha detto che l’SDS sta lanciando la campagna elettorale a spese dei cittadini, anche con informazioni e immagini fuorvianti. Il vicepremier Matej Arčon, al termine della seduta del governo, ha parlato di manipolazione dei cittadini e di mancanza di senso dello Stato, anche perché l’abrogazione della legge porterebbe al ripristino di quella precedente. La maggioranza ha lasciato intendere che sposterà l’attenzione dal governo al tema più ampio della cultura e della lingua slovene, mentre l’opposizione ha già fatto capire che la questione ruoterà intorno alle pensioni e a quelli che definisce privilegi per pochi. La Camera di Stato ha ora sette giorni di tempo per lavorare al decreto referendario, la cui normativa prevede che dal giorno della convocazione a quello della votazione non ne possano trascorrere meno di 30 né più di un anno. Tuttavia l’arco temporale è più ristretto, perché per una data che superi i 45 giorni dalla convocazione serve una maggioranza dei due terzi dei deputati presenti. Il martellamento dell’opposizione per la spallata definitiva alla maggioranza è appena iniziato, e non è detto che si esaurirà con il voto referendario.
Valerio Fabbri
