Oggi una delle ultime riunioni del governo uscente. Il premier Cerar e i ministri si danno appuntamento a Brdo, presso Kranj, per portare a conclusione ancora alcuni impegni, ma è da attendersi che venga soprattutto tracciato un bilancio di quattro anni di mandato. Questo è terminato definitivamente con la firma del contratto di coalizione del pentapartito, che guiderà il paese nella nuova legislatura. L'esecutivo Cerar rimarrà comunque operativo per gli affari correnti ancora un paio di settimane, fino all'elezione della compagine ministeriale guidata da Šarec; il voto in Aula è previsto infatti per metà settembre. Un mandato non semplice, quello del governo uscente, contrassegnato tra l'altro sin dall'inizio da problemi alla guida di alcuni dicasteri. A quello dell'Istruzione si sono avvicendati tre ministri, hanno cambiato titolare i ministeri dell'Economia, della Difesa e della Cultura, nonche' l'ufficio governativo per lo sviluppo e la politica di coesione. Inoltre, le dimissioni del ministro delle Finanze, Dušan Mramor, coinvolto nella vicenda delle integrazioni per lo status di pronta reperibilità permanente quando era preside della Facoltà di Economia all'Universita' di Lubiana. Integrazioni percepite nel periodo in cui erano in vigore i provvedimenti di austerità nel pubblico impiego. Proprio in questi giorni è arrivata la conferma che la procura ha inoltrato denuncia nei confronti di quattro funzionari della Facoltà, tra cui lo stesso Mramor. Il governo uscente ha dovuto anche affrontare una forte e dura opposizione. Ben nove le mozioni di sfiducia per l'operato di singoli ministri, nessuna comunque ha avuto successo, nemmeno quella contro l'intero esecutivo. Un mandato, infine, non sfruttato interamente; a marzo infatti il premier Cerar si è dimesso, dopo che la Corte Suprema aveva annullato il referendum sul secondo binario; da allora è rimasto in carica per il disbrigo degli affari correnti.