“Il confine con l’Italia non è stato chiuso e può essere attraversato tendo conto delle misure sanitarie vigenti”. Questa la precisazione dell’ministro dell’Interno Aleš Hojs in una intervista concessa a Sandor Tence e pubblicata oggi sul Primorski dnevnik, il quotidiano della minoranza slovena in Italia. Sta di fatto che a marzo, l’annuncio della chiusura della frontiera, che l’ex premier Šarec aveva fatto negli ultimi giorni del suo mandato, non era stato preso benissimo in Italia. All’epoca il primo ministro aveva anticipato di qualche ora non la chiusura del confine come aveva annunciato, ma l’istituzione di controlli sanitari.
Da Lubiana, dove oggi c’è un nuovo esecutivo, ci tengono a precisare che le misure prese non devono essere lette come un provvedimento contro l’Italia o contro i cittadini italiani. Nessun allentamento comunque sembra esserci all’orizzonte. L’occhio della Slovenia è puntato sulla Lombardia e sulle altre regioni del nord dove maggiormente si è diffusa l’epidemia. Tutto dipenderà da come andrà lì la malattia.
La Slovenia sembra, comunque, intenzionata ad ammorbidire il regime di entrata con quei paesi in cui la diffusione del virus sarebbe sotto controllo. Hojs, alcuni giorni fa, aveva parlato di una possibile riapertura a metà maggio dei confini con la Croazia, ma aveva anche precisato che con l’Italia si sarebbe agito con maggiore prudenza. Proprio questa dichiarazione era stata accolta con entusiasmo dai molti possessori sloveni di immobili in Croazia, ma non aveva mancato di provocare preoccupazione in chi vive a ridosso del confine con l’Italia e soprattutto tra coloro che quella frontiera la passano praticamente quotidianamente per lavoro, affetti o per semplice abitudine.
Il ministro dice al giornale sloveno di Trieste di comprendere le difficoltà che in questo momento vive la minoranza in Italia ed anche quelle di tutti coloro che abitano a ridosso del confine, ma precisa anche che allo scoppio della pandemia non erano possibili altre scelte e sottolinea che si è cercato e si sta cercando di venire incontro a tutti e di lenire le difficoltà che si creano nella vita di ogni giorno. Quello che rallegra Hojs è che c’è una buona collaborazione tra la polizia slovena e quella del Friuli- Venezia Giulia. Due fin ora i colloqui con la ministra dell’Interno italiana Luciana Lamorgese. Nel primo si è parlato delle difficoltà del traffico merci e soprattutto dei meccanismi per evitare che i camionisti rimanessero bloccati alle frontiere, nel secondo, invece, si è discusso della questione migranti e del pericolo di un aumento dei flussi.
Stefano Lusa