Sono state due le missioni messe in piedi dal governo ieri per affrontare la questione rom. A Škocjan è stato Poklukar a metterci la faccia, per far sentire la presenza dello Stato al sindaco, ai consiglieri comunali così come ai cittadini che, ha detto il ministro, non devono aver paura di denunciare eventuali azioni o comportamenti sospetti, perché solo così possono essere avviate le indagini. Poklukar ha inoltre assicurato che già a partire dalle prossime settimane la polizia intensificherà le attività di monitoraggio e prevenzione, in attesa che a settembre si svolga anche qui un incontro interdipartimentale per cercare di risolvere in modo più armonioso tutta la questione della convivenza fra residenti e comunità rom, insediata nel limitrofo villaggio di Dobruška e assente all’incontro, nonostante i numerosi inviti. Più o meno nelle stesse ore toccava alla segretaria di Stato Helga Dobrin guidare una delegazione composta da rappresentanti dei ministeri del Lavoro, della Giustizia e dell’Istruzione a Metlika, dove il mese scorso si è verificata una brutale aggressione in una scuola media inferiore. Insieme alla sindaca, Martina Legan Janžekovič, Dobrin ha cercato di ricostruire il quadro di una convivenza che, da queste parti, era considerata esemplare fino a qualche decennio fa. La prima cittadina ha detto senza mezzi termini che le nuove generazioni stanno assumendo modi sempre più aggressivi, per questo ha proposto modifiche legislative per apportare soluzioni di sistema, a partire dagli incentivi per la frequenza scolastica e per una maggiore sicurezza di tutti, onde evitare che le tensioni si trasformino in soluzioni di giustizia fai-da-te.
Valerio Fabbri