Klakočar Zupančič rimane alla guida della Camera di Stato. Un esito prevedibile che conferma come i numeri in parlamento siano ancora dalla parte della maggioranza formata da Movimento Libertà, Socialdemocraitici e Sinistra, che hanno confermato tutti i voti per toccare quota 50. Per l'opposizione solo un voto in più di quelli annunciati alla vigilia, 33 il conteggio finale.
Il fatto che la presidente abbia superato senza sorprese questo voto, però, non deve far pensare che l'assalto non abbia lasciato tracce. Lei ha detto che continuerà a comportarsi come ha fatto finora, con la schiena dritta, nel rispetto della Costituzione, delle leggi e delle norme procedurali, e senza piegarsi a interpretazioni di parte.
Il dialogo fra maggioranza e opposizione però poggia su basi molto fragili, e i toni delle quasi 8 ore di dibattito in Aula sono lì a dimostrarlo. Forse anche per questo dopo il voto le sue dichiarazioni sono state più istituzionali, per provare ad abbassare la temperatura del confronto che, spesso e volentieri, è sfociato anche sul piano personale. Per la capogruppo dell'SDS, Jelka Godec, la conferma nel suo ruolo di Klakočar Zupančič permette al "teatro dell'assurdo" di proseguire nel tempio della democrazia. Secondo il deputato di Movimento Libertà Lenart Žavbi invece è stata una giornata inutile, dall'esito prevedibile, che "nasconde una profonda frustrazione collettiva nei confronti delle donne libere di pensare". Parole che invece di colmare la distanza fra le parti, in un certo modo la aumentano.
Valerio Fabbri
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