Un'intera giornata di lavori per dar modo di confrontarsi a tutte le parti interessate al progetto dell'ecosistema dell'idrogeno nell'Alto Adriatico. Nasce sotto questi auspici la terza conferenza internazionale sul tema, ospitata ancora una volta in Slovenia, sulle colline del Collio goriziano, accolta con grande interesse come dimostra l'ampia partecipazione. Un esito naturale per quello che è il primo progetto europeo di collaborazione transfrontaliera per un ecosistema dell'idrogeno, seguito solo da un esempio nel Nord Europa partito da poco. E una volta a regime l'obiettivo rimane sempre lo stesso: realizzare la transizione verde immaginata a Bruxelles per un futuro fondato su energie rinnovabili e sempre più pulite. Per accelerare lo sviluppo del progetto si sono dati appuntamento partner industriali, rappresentanti del mondo della ricerca e delle università, e istituzioni dei paesi partecipanti, con interventi di relatori da Austria, Belgio e Slovacchia, a dimostraizone che il progetto formalizzato poco meno di due anni fa con le firme sui protocolli tecnici sta prendendo forma. Complice anche l'invasione russa dell'Ucraina che, come è stato sottolineato più volte durante gli interventi, ha accelerato un percorso già segnato, dove però diventano necessari non solo investimenti pubblici e privati, ma anche la realizzazione di un quadro legislativo che permetta di esplorare ulteriori opportunità di sviluppo. Gli interventi dei rappresentanti istituzionali, sia a livello governativo che a livello di camere di Commercio e organizzazioni di rappresentanza industriale, hanno avuto come denominatore commune la cooperazione. Come ha detto il ministro sloveno per l'Ambiente, il Clima e l'Energia, Bojan Kumer, ci possono essere campioni nazionali, ma nessuno ce la farà da solo. Senza un lavoro collaborativo da parte di tutti, infatti, il progetto rimane solo una promessa. Nel pomeriggio si entrerà nel pratico con gli interventi di chi questo progetto lo deve trasformare in realtà.
Valerio Fabbri