Foto: BoBo/Igor Kupljenik
Foto: BoBo/Igor Kupljenik

E' stato un lunedì movimentato quello andato in scena fra le mura del Parlamento. L'agenda prevedeva le interrogazioni solamente ai ministri, data l'assenza del premier impegnato oltreoceano. Ma l'inizio è stato subito caratterizzato da richieste procedurali che avevano un sapore tutto politico. La presidente della Camera, Urška Klakočar Zupančič, ha sospeso la seduta per due ore, per prendere in esame dapprima l'istanza di Nuova Slovenia, che tramite il capogruppo, Janez Cigler Kralj, ha voluto mettere a verbale il comportamento della ministra per la Trasformazione Digitale, Emilija Stojmenova Duh, definito inaccettabile per i continui rinvii di partecipare alla commissione competente, dove è chiamata a dare conto della gestione dei fondi pubblici per l'acquisto di 13 mila computer portatili. Stojmenova Duh ha motivato la sua assenza con ragioni procedurali, ovvero la mancanza del numero legale, ma questo non è bastato per evitare uno scambio di reciproche accuse fra Klakočar Zupančič e Cigler Kralj, entrambi invocando l'integrità del parlamento. Sui lavori della commissione d'inchiesta sui rapporti fra le società energetiche pubbliche e Movimento Libertà è invece entrata a gamba tesa Jelka Godec, del Partito democratico sloveno. Secondo Godec non è possibile che a presiederla sia ancora Tomaž Lah, diventato testimone e quindi parte in causa. Ancora una volta la presidente della Camera ha detto di non potersi intromettere nel funzionamento delle singole commissioni, respingendo quindi le richieste. Durante i lavori i deputati hanno comunque preso atto delle dimissioni del ministro dell'Istruzione, Darjo Felda, in carica per gli affari correnti fino alla nomina del nuovo ministro, che dovrebbe essere Vinko Logaj, direttore dell'istituto pubblico per l'istruzione. Per Stojmenova Duh l'appuntamento con l'Aula è rinviato a venerdì con la seconda interpellanza a suo carico, intanto il confronto politico più succoso è solo rinviato fino a martedì prossimo, quando sarà Golob a presentarsi davanti ai deputati.

Valerio Fabbri