Nel giugno dello scorso anno la Corte costituzionale aveva deliberato che le retribuzioni sono troppo basse e aveva dato tempo al governo fino al 3 gennaio di quest'anno per correggerle, attuando quindi la sentenza, il che però non è avvenuto. Già giovedì della scorsa settimana i giudici, ai quali si sono aggiunti i procuratori, avevano interrotto il lavoro per un'ora, denunciando il mancato rispetto del verdetto della Corte da parte del governo e il giorno successivo avevano annunciato l'inasprimento delle iniziative sindacali con le due settimane di protesta. Da oggi al 24 gennaio verranno affrontati soltanto i casi urgenti. In questo periodo il lavoro risulterà di conseguenza adeguato, verranno affrontati atti procedurali solo nei casi richiesti dalla legge. Ciò significa, tra le altre cose, che i giudici possono annullare udienze già convocate o altre in fase di programmazione. Inoltre, niente sessioni per le Corti di appello. Dal tribunale distrettuale di Lubiana hanno fatto sapere che non terranno un'evidenza delle udienze che verranno rinviate durante la protesta; per la giornata odierna risulta cancellata la metà delle udienze in procedimenti penali, a Maribor tre su quattro.
Nei tribunali distrettuali verrà rinviata la maggior parte dei processi civili e dei procedimenti per controversie finanziarie. La scorsa settimana la Ministra della Giustizia, Dominika Švarc Pipan aveva assicurato che la sentenza della Corte costituzionale sugli stipendi dei giudici verrà attuata, ma con qualche ritardo, dicendosi convinta che le sue dimissioni, richieste dai giudici assieme a quelle del premier Golob, non aiuterebbero a risolvere la questione. Aveva detto di capire la rabbia dei giudici, in quanto le loro richieste sono giustificate e legittime, invitandoli però ad avere pazienza. La risposta dei giudici non si è fatta attendere. L'associazione nazionale magistrati ha sottolineato che l'attuazione di una sentenza della Corte costituzionale non fa parte del dialogo sociale. Lo ha ribadito stamane la presidente Vesna Bergant Rakočević; il governo e il Parlamento rispettino il verdetto, ha detto all'agenzia STA, sottolineando che l'adesione alla protesta è plebiscitaria. Alla domanda su ulteriori iniziative in caso di mancato riscontro dal Ministero della Giustizia, ha risposto che il 30 gennaio si riunirà il direttivo dell'associazione, per decidere come andare avanti. Anche l'associazione dei procuratori dello stato si attende dal governo e dal Parlamento il rispetto della sentenza, in caso contrario questo o il prossimo mese sarà sciopero.
Delio Dessardo