La partita dura oramai da troppo tempo ed in un modo o nell’altro, deve essere chiusa. Erjavec si presenta alla camera senza i voti per cacciare Janša. Il centrosinistra si era affidato a lui nella speranza di allargare i consensi, ma per ora il presidente del Desus non è riuscito a garantirsi nemmeno l'appoggio di tutti i deputati del suo partito. In una strana atmosfera, dove parlano i leader, mentre parlano molto meno i deputati che dovranno votare a scrutinio segreto, la speranza del centrosinistra è quella il riuscire a portare a casa il voto di qualche parlametare a cui va stretta l’alleanza con Janša. Lo scontro, è stato detto, sarà quello tra i loro interessi personali e la loro coscienza. Si guarda agli ex alleati del Partito del centro moderno, che in questo mandato è passato da un governo di centrosinistra a uno di centrodestra. Per l'opposizione si tratta di togliere la Slovenia dalla strada della democrazia autoritaria imboccata da Janša, mentre per quest’ultimo quella presentata non è che una mozione di sfiducia “distruttiva”, che non contribuirà a risolvere i problemi del paese e tanto meno ad uscire dalla pandemia. L’unica cosa su cui governo ed opposizione sembrano essere d’accordo è che la mozione di sfiducia servirà alle forze politiche in parlamento per contarsi. Il governo, dopo l’uscita del Desus, formalmente alla camera non ha la maggioranza. Potrebbe così accadere che una opposizione senza maggioranza non riesca a far cadere un governo di minoranza.
Stefano Lusa