
Considerando che i bambini e gli adolescenti costituiscono il futuro, lo Stato deve rivolgere una particolare attenzione alle loro necessità e ai loro bisogni. In tale ottica, il Ministero del Lavoro, della Famiglia e delle Pari Opportunità ha reso noto l'approvazione governativa di un'analisi approfondita, condotta tramite una ricerca nel 2024, al fine di comprendere in maniera esaustiva l'approccio sistemico alla problematica dei minori che manifestano comportamenti violenti, sia contro se stessi che contro gli altri o che si trovano a vivere in contesti familiari caratterizzati da violenza e che, conseguentemente, necessitano di interventi di assistenza istituzionale. L'indagine ha posto il proprio focus sull'identificazione delle problematiche e delle criticità intrinseche al sistema assistenziale, con l'obiettivo primario di delineare soluzioni atte a promuovere un miglioramento complessivo. Lo Stato, attraverso i suoi Ministeri, è riconosciuto come il soggetto principalmente responsabile della gestione di tale sistema. Ciononostante, il dicastero competente ha evidenziato il ruolo significativo che le comunità locali possono esercitare, attraverso i propri strumenti operativi. I risultati emersi dalla ricerca hanno messo in luce svariate carenze nel funzionamento del sistema di supporto. Tra queste, si segnalano in particolare la mancanza di interventi precoci e di una tempestiva identificazione delle difficoltà, la limitata disponibilità di programmi preventivi di natura psicosociale e di altre forme di sostegno, i prolungati tempi di attesa per l'accesso a specialisti e una generale insufficienza di professionisti qualificati.

È stata poi rilevata l'inadeguatezza di programmi specializzati, destinati, ad esempio, a minori appartenenti a categorie vulnerabili, adolescenti in età più avanzata, individui coinvolti in procedimenti di separazione o divorzio, persone dimesse da strutture psichiatriche, soggetti a rischio di suicidio, vittime di violenza domestica e minori che rappresentano un pericolo per terzi. Al fine di affrontare tali problematiche, il Consiglio nazionale per l'infanzia e la famiglia ha formulato una serie di raccomandazioni indirizzate sia al governo che alle amministrazioni locali: fondamentale, è stato detto, rafforzare il coordinamento e la collaborazione tra i diversi settori e gli attori coinvolti a vari livelli. Tra le altre proposte, si annovera il finanziamento prioritario di progetti, programmi e servizi in grado di rispondere in maniera personalizzata, olistica, multidisciplinare e intersettoriale alle esigenze dei ragazzi. Si suggeriscono, inoltre, iniziative di formazione e aggiornamento professionale, nonché lo scambio di buone pratiche a livello nazionale e internazionale. Un'ulteriore raccomandazione di rilievo riguarda il potenziamento, sia in termini di risorse umane che finanziarie, dei centri per il lavoro sociale. Si propone anche lo sviluppo di diverse forme di affido familiare e il sostegno ai genitori affidatari, la creazione di piccole strutture di accoglienza comunitarie e di programmi di supporto maggiormente calibrati sulle diverse necessità dei minori, sia durante l'età evolutiva che dopo il compimento dei diciotto anni.
Alessia Mitar