Possiamo anche dire di non amarla, di considerala negativa, ma in questo momento di emergenza in cui molti lavorano da casa, in uffici o reparti numericamente ridotti, la routine ci viene eccome incontro, anzi è indispensabile nello svolgere adeguatamente i compiti che ci vengono o ci siamo assegnati.
La routine sul lavoro ci garantisce la struttura nella quale operare, ci da sicurezza e ci fa sentire bene sia sul piano fisiologico che psicologico. Ne sono consci proprio in questo momento quanti sono fermi a casa in attesa di tempi migliori e anche quanti hanno dovuto lasciare il posto di lavoro abituale per svolgere compiti e mansioni da casa. Sarà anche intelligente lo »smart working«, ma crea non poco stress e crisi da adeguamento, proprio perchè siamo usciti dalla nostra routine quotidiana.
Il lavoro da casa offre maggiore autonomia, quella che abbiamo sempre desiderato, ma d'altro canto non si riesce più a distinguere il lavoro dal riposo, gli impegni lavorativi dalle attività tipiche del tempo libero. Si finisce dunque, lavorando da casa, a lavorare molto di più e in condizioni meno adatte, quindi più stressanti, lontane dal nostro abituale ambiente lavorativo, rendendoci più stanchi, insoddisfatti, irascibili. D'altra parte va considerato che in questo periodo di crisi il lavoro ha assunto un'importanza maggiore, non è più dato per scontato, assume una nuova dimensione.
La situazione di emergenza che stiamo vivendo influirà certamente sulla cultura delle organizzazioni di lavoro, rappresentando un'opportunità anche per le imprese, che dovranno dimostrare la propria responsabilità sociale offrendo ai propri dipendenti un aiuto solidale nello svolgere al meglio le proprie mansioni lavorative, senza dimenticare che la qualità della vita emerge proprio dalle nostre abitudini.
Miro Dellore