Foto: Radio Maribor/Aleks Horvat
Foto: Radio Maribor/Aleks Horvat

Un'associazione temporanea di imprese, istituzioni accademiche, a partire dalle principali facoltà di informatica delle università slovene, centri di ricerca specializzati, come Arnes e l'Istituto Jožef Stefan, e alcune selezionate aziende di settore, incluso il Parco tecnologico di Lubiana, hanno unito le forze per realizzare un supercomputer sloveno. Per realizzarlo servono investimenti importanti nell'intelligenza artificiale (IA), e la strada passa ancora una volta per Bruxelles. La Commissione europea, infatti, ha deciso di investire nei servizi dell'IA direttamente rivolti all'economia, ed è lì che questo consorzio pubblico-privato, fortemente voluto dal governo, vuole indirizzare lo sviluppo del paese per consentire lo svolgimento di ricerche impegnative e di soluzioni avanzate in settori quali l'intelligenza artificiale, l'analisi dei big data, la biotecnologia e le scienze ambientali. Nel presentare la domanda, la ministra Klampfer ha sottolineato che il nuovo strumento porterà anche nuove competenze all'economia slovena, accrescendone il riconoscimento come paese digitale avanzato garantendo anche, come ha detto il ministero dell'Istruzione, della Scienza e dell'Innovazione, un significativo sviluppo della scienza slovena.
Questo progetto, ha spiegato l'esecutivo, corre su binari autonomi e complementari rispetto a quello in collaborazione con centri di ricerca italiani e austriaci, con capofila Bologna e finalizzato a novembre scorso. Se la gara d'appalto dovesse andare a buon fine, lo Stato stanzierà fino a 75 milioni di euro per il progetto, cifra uguale a quella che sarà assicurata dall'Unione europea.

Valerio Fabbri