E' durata meno di 24 ore la resistenza annunciata da Stojmenova Duh, prima di incontrare i deputati del suo partito. Il tempo di una riunione chiarificatrice e le sue dimissioni erano già sulla scrivania del premier, che da New York ha dato subito il via libera alla rimozione della ministra, ora in carica per gli affari correnti, e notificato la decisione alla Camera di Stato. Un rapido susseguirsi di eventi per evitare l'interpellanza parlamentare in programma questa mattina. Il gruppo parlamentare di Movimento Libertà aveva fatto sapere che si sarebbe astenuto, quindi meglio le dimissioni per evitare di lasciare campo libero all'opposizione, pronta a colpire senza esclusione di colpi Stojmenova Duh e, di conseguenza, il governo di Robert Golob. Al netto delle responsabilità, sia politiche con l'acquisto dei computer portatili, che penali con l'utilizzo sregolato dell'auto di servizio, queste dimissioni rappresentano una brutta caduta anche per il premier, che dalla platea delle Nazioni Unite sta cercando di costruire la sua immagine di leader. Sono 9, infatti, i ministri che da inizio legislatura hanno lasciato la sua squadra, dimessi o licenziati, eccezion fatta per Šarec, eletto all'Europarlamento. Stojmenova Duh un successo nel suo mandato lo può rivendicare: con la sua uscita di scena ha messo d'accordo maggioranza e opposizione, concordi che le sue dimissioni erano dovute e allo stesso tempo tardive. Non è ancora chiaro se Golob prenderà l'interim, come fatto finora per ministeri di peso come Interni e Difesa, o affiderà le deleghe a qualche fedelissimo. In ogni caso, il primo compito è chiaro: ripartire dalla corretta distribuzione dei 13 mila computer portatili, per i quali sono stati spesi 6,5 milioni di fondi pubblici.
Valerio Fabbri