La Camera di Stato deciderà se il disegno di legge sull'energia è idoneo per l'esame in seconda lettura, soltanto dopo aver affrontato la proposta di Nuova Slovenia di indire un referendum consultivo su questa proposta legislativa.
Nel dibattito alla sessione ordinaria Nuova Slovenia e Partito Democratico hanno accusato ancora una volta il governo di voler imporre misure che, a loro avviso, aumenteranno il rischio di povertà energetica e comporteranno oneri aggiuntivi per i cittadini. La proposta di legge presentata dall'esecutivo contiene disposizioni sul divieto di installazione di caldaie a gas per il riscaldamento nei nuovi edifici abitativi, restrizioni alle concessioni per la distribuzione del gas e il divieto di installazione di stufe a biomassa legnosa come principale fonte di riscaldamento nelle nuove strutture abitative in insediamenti compatti. Lunedi il premier Golob, per venire parzialmente incontro alle opposizioni, aveva annunciato che il governo avrebbe cancellato le disposizioni relative alle biomasse legnose, mantenendo invece inalterate quelle sul gas naturale. Una mossa che non ha convinto Nuova Slovenia che, come detto, ha promosso l'idea del referendum che potrebbe essere anche uno strumento per ritardare l'iter legislativo; questo, infatti, potrà proseguire soltanto dopo che il Parlamento si sarà pronunciato sulla proposta di referendum. Dalla presentazione, cioè questo mercoledì, devono passare trenta giorni prima del voto dell'Aula. Il segretario di stato al Ministero dell'ambiente, il clima e l'energia, Tina Seršen ha definito del tutto incomprensibile l'iniziativa di Nuova Slovenia, in quanto l'emendamento che fa seguito all'annuncio del premier di modifiche al testo della proposta iniziale, verrà inoltrato quando la normativa verrà esaminata in seconda lettura. Con la muova legge sull'energia, il governo intende implementare la legge fondamentale per il settore energetico, adeguando le disposizioni di legge alle esigenze della transizione verde.
Delio Dessardo