Transazioni e processi trasparenti, leadership esemplare, assunzione di responsabilità e adeguate sanzioni per le violazioni. In sintesi le proposte presentate dalla Commissione nazionale anticorruzione in collaborazione con le associazioni imprenditoriali per migliorare e rafforzare il patto di integrità e favorire la cooperazione trasparente tra stato e mondo economico. Il presidente della Commissione (KPK) Robert Šumi ha evidenziato il grande divario che la Slovenia registra nel campo della corruzione e della trasparenza tra legislazione e l'attuazione nella pratica. Secondo varie classifiche, la Slovenia è valutata meglio della media dei paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per quanto riguarda la legislazione, ma peggio in termini di percezione della corruzione, con un calo sempre più marcato negli ultimi anni. Come ha sintetizzato Šumi, "abbiamo una regolamentazione molto buona, forse persino troppo, ma nella pratica siamo molto inclini a cercare scorciatoie", il che richiede un'azione più incisiva da parte di chi decide. Il presidente dell'Associazione dei datori di lavoro della Slovenia, Marjan Trobiš, ha sottolineato che le aziende sono sempre più consapevoli dell'importanza di tenere un comportamento etico e morale. Anni fa, solo il 3% delle aziende aveva adottato un codice etico, mentre ora si è già raggiunto il 10%, ha detto. Tuttavia, secondo Trobiš, più del codice stesso è importante il comportamento morale delle imprese, dove comunque si è registrato un grande miglioramento. Sottolineata inoltre l'importanza della fiducia tra le parti mentre è stato criticato l'elevato carico fiscale sui salari in Slovenia, che contribuisce, secondo i relatori, all'economia sommersa. (ld)
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