Foto: Televizija Slovenija
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La nuova denominazione della ricorrenza sarà così della “Festa dell'annessione del Litorale alle Madrepatria”. La modifica della legge sulle festività e sulle giornate non lavorative è stata proposta da un gruppo di deputati in rappresentanza dei tre partiti della coalizione di governo, con prima firmataria Meira Hot, del Partito socialdemocratico. Secondo i proponenti tale denominazione andrebbe a rispecchiare la realtà storica, a differenza del termine che fino ad ora era stato utilizzato di “ritorno”.

Meira Hot, ha spiegato che tutte le feste nazionali dovrebbero unire il popolo e di conseguenza “la modifica non è di natura ideologica ma riguarda una tradizionale denominazione che è presente tra la gente comune, una denominazione che fa parte dell’identità collettiva, una festa che ricorda la lotta al fascismo e contro l’assimilazione forzata”. “Cambiare la denominazione della festa va a consolidare la nostra memoria e la tradizione del popolo sloveno” ha spiegato la Hot.

Secondo il capogruppo parlamentare della Sinistra, Matej Vatovec “l’annessione fa parte di una pluriennale tradizione e identità collettiva. Questo termine ha detto Vatovec viene utilizzato da tutti i quattro comuni costieri, dalle organizzazioni dei combattenti e durante tutti gli anniversari.” Sempre secondo il capogruppo della Sinistra, il timore che il termine potrebbe determinare delle conseguenze spiacevoli a livello internazionale è infondato, “questa paura dimostra solamente un rapporto servile che abbiamo nei confronti di Roma” sostiene Vatovec.

Danijel Krivec dell’SDS ha spiegato che il Trattato di Pace di Parigi parla di ritorno, mentre quello dell’annessione veniva utilizzato dal Fronte di liberazione, “denominazione priva di alcuna valenza giuridica” ha detto Krivec, citando diversi documenti internazionali. Krivec ha poi ricordato che tale proposta, ritenuta inopportuna, era stata già bocciata durante il mandato guidato da Marjan Šarec. Contrari a tale proposta sono stati pure i parlamentari di Nuova Slovenia.

Ricongiungimento o annessione per la minoranza italiana cambia poco, inquanto entrambi i termini utilizzati non possono essere considerati opportuni, il deputato della minoranza italiana Felice Žiža, si è astenuto dal voto.
“Ringrazio la deputata, Meira Hot ma anche tutta la coalizione, perché con la proposta di annessione e non di ricongiungimento della costa, ovvero del litorale che per gli sloveni vuol dire dalla costa fino a Caporetto, sicuramente terminologicamente la legge viene migliorata, ma in alcun modo i rappresentanti della Comunità nazionale italiana sono d'accordo e lo hanno fatto capire già in passato. Come ricordiamo, l’anno scorso è stata molto attiva pure la stampa slovena nel riprendere le nostre dichiarazioni dove abbiamo fatto capire che sicuramente non siamo d’accordo con la festività e non siamo d’accordo con la dizione di madrepatria perché, se parliamo solamente di Litorale inteso come territorio nazionalmente misto, quindi la zona che si affaccia sul mare, quindi dei nostri quattro comuni costieri, possiamo dire che mai ha fatto parte né della Jugoslavia né della Slovenia. Non possiamo parlare né di annessione né di ricongiungimento alla madre patria. Ringrazio i proponenti per aver migliorato leggermente le cose, rendendo meno dolente l’argomento, è chiaro però che se la Repubblica di Slovenia vuole celebrare una festività è giusto che lo faccia, però sicuramente non possono contare su un nostro appoggio, per così dire, per una modifica di quella che è la vera storia di questo territorio”
Ma quale potrebbe essere la denominazione politicamente più corretta per la festa in questione?
“La festività per noi non dovrebbe esistere, ma se proprio dobbiamo fare una proposta, sicuramente andrebbe tolta la dizione madrepatria e si potrebbe dire annessione del Litorale quindi della cosiddetta “Južna Primorska” alla Slovenia, oppure in riferimento al periodo dell’annessione, alla Jugoslavia, quindi non parlare della madrepatria, ma dello stato al quale il Litorale è stato annesso. Noi comunque non siamo d’accordo con la celebrazione della stessa festa, la quale non è giustificabile per noi. La Slovenia, come stato sovrano e democratico, ha chiaramente tutto il diritto di proclamare e celebrare le feste che sono ritenute giuste per il loro popolo, territorio e storia".

Dionizij Botter