Alle ottave elezioni parlamentari slovene che hanno visto in corsa 25 partiti e mille 636 candidati trionfa il Partito democratico. Una vittoria che potrebbe essere di Pirro, lo ha detto il leader della Sinistra Unita Luka Mesec inquanto Janša rischia di trovarsi completamente isolato. Janša ottiene il 25 percento dei voti nel nuovo Parlamento, dove entra un numero record di forze politiche, ben 9. Al secondo posto la Lista Šarec, con il 12,66, seguono socialdemocratici, 9,9, partito del centro moderno, 9,7, Sinistra, 9,3, Nuova Slovenia, 7,1, poi Partito Alenka Bratušek e Desus, con il 5 percento circa, chiude il partito nazionale, con poco più del 4 percento delle preferenze. Prime dimissioni per i risultati sotto le attese, come quelle del leader di Nuova Slovenia, Tonin. Forte calo del Desus; il suo leader, Erjavec non è stato nemmeno eletto, lo stesso vale per Alenka Bratušek. Per gli esperti, da queste elezioni non esce un vero vincitore, il grande sconfitto è invece il Desus. Il leader dell'SDS, Janša, già pensa alla possibilità di formare una coalizione e invita tutti i partiti dell'arco parlamentare a farsi avanti per confrontare i programmi. Le elezioni di ieri hanno fatto registrare una affluenza molto bassa, del 52 percento. Il presidente della repubblica Borut Pahor ha auspicato che il nuovo governo si formi in tempi brevi. "Inviterò il vincitore relativo di queste elezioni per un colloquio informale già all'inizio della settimana a venire - ha detto Pahor. "Mi aspetto - ha aggiunto - che la seduta costitutiva della Camera di Stato possa tenersi entro il 22 o 23 giugno. A quel punto mi consulterò con i capigruppo delle forze politiche in parlamento per sentire le loro proposte in merito al nome del candidato premier". Secondo Pahor occorre sfruttare l'estate per la formazione di una nuova coalizione di governo che possa affrontare già in autunno le questioni aperte di politica interna ed estera, che - ha concluso Pahor - "non sono poche".