Il ministro dell’Interno Aleš Hojs ha detto che al momento sarebbe troppo pericoloso avere cittadini provenienti dall’altra parte della frontiera che si aggirano in maniera incontrollata per la Slovenia. Il ritorno alla normalità quindi deve attendere. La situazione nel goriziano non è rosea. Le case da gioco sono ferme e centinaia di persone rischiano il posto, soffrono anche i saloni di bellezza, i parrucchieri, i ristoratori, gli studi dentistici e gli artigiani che potevano contare su una grossa fetta di clienti che venivano dall’Italia.
Nel corso dell’incontro con i sindaci dell’Alto Isontino il ministro ha, comunque, rilevato che ci potrebbero essere delle aperture per gli sloveni e per gli italiani del Friuli – Venezia Giulia. Tutto dipenderà dall’andamento dell’epidemia. I dati in Slovenia, sono confortanti. Da due giorni non si registra nessun nuovo caso. Va ancor meglio nel Litorale, quell’ampia regione che va da Plezzo a Pirano, dove il numero complessivo di persone infettate è di 55. In Friuli – Venezia Giulia le cose vanno bene rispetto al resto del nord Italia, ma comunque peggio che in Slovenia.
Intanto si cerca, comunque, di dare una mano alla popolazione e soprattutto ai tanti sloveni che giornalmente vanno a lavorare in Italia. A giorni dovrebbe essere riaperto lo storico valico pedonale di via San Gabriele tra Gorizia e Nova Gorica. Potranno passare, però, solo i lavoratori frontalieri o i proprietari di terreni; e comunque esclusivamente coloro che possono farlo già oggi. Allo studio anche l’apertura di ulteriori valichi nel goriziano, sul Collio e nell’alto Isontino. Si tratta di venire incontro alle persone che per andare al lavoro dall’altra parte del confine prima facevano pochi chilometri ed adesso sono costretti a percorrere anche cento per andare e venire da casa.
Stefano Lusa