Vista la crescita dei contagi che si sta registrando in molte parti d'Europa e il caso di un centinaio di studenti tornati contagiati dalle vacanze in Spagna, dal 15 luglio il governo sloveno ha deciso che potranno entrare nel paese solo i viaggiatori vaccinati, guariti da non più di sei mesi o in possesso di un test PCR negativo non più vecchio di 72 ore o di uno rapido che non superi le 48 ore. Saranno, logicamente, considerati validi i green pass europei.
Coloro che non saranno in grado di fornire una di queste prove dovranno sottoporsi a una quarantena di dieci giorni, dalla quale sarà possibile uscire dopo 5 giorni sottoponendosi a una test anti-Covid che risulti ovviamenti negativo.
Gli stranieri non residenti in Slovenia potranno entrare se dimostreranno di avere un domicilio temporaneo nel paese e, nel caso non siano in possesso della certificazione richiesta, saranno tenuti a rispettare la quarantena nel luogo di residenza dichiarato. Tutti gli altri potranno solo transitare nel paese e lasciarlo entro 12 ore dall'ingresso.
Tale normativa non sarà applicata per i possessori di terreni da una o dall'altra parte del confine che potranno superare la frontiera senza il bisogno di dimostrare il proprio stato di salute. La stessa modalità varrà anche per i minori di 15 anni se accompagnati da un adulto, genitore o tutore, che sia invece in possesso delle certificazioni necessarie.
Punti di controllo saranno allestiti negli aereoporti e nei porti del paese; mentre ai confini interni all'area Schengen non è annunciato il ripristino di controlli confinari, ma questi rientreranno nell'attività di monitoraggio delle strade portata avanti quotidianamente dalle forze dell'ordine.
Barbara Costamagna