Ha detto la sua l'ex Capo dello stato Borut Pahor: "La revoca della ricorrenza è un errore che porterà solo a nuove divisioni". "Con il provvedimento dell'esecutivo - ha aggiunto Pahor - torniamo ai tempi in cui su questi argomenti si scontravano due verità". È vero, secondo l'ex presidente, che il Partito democratico sloveno approvò la decisione di istituire la Giornata del ricordo delle vittime del comunismo senza un vero dibattito pubblico, ma è giusto che la la decisione di proclamare tale Giornata sia stata adottata secondo Pahor "perchè le vittime del comunismo ci sono state. Senza ombra di dubbio".
L'attuale presidente della repubblica Nataša Pirc Musar ha commentato invece le reazioni in seno all'opposizione. Il leader dell'SDS Janez Janša aveva parlato di rischio di guerra civile, mentre l'ex funzionario del Ministero delle finanze Tomaž Štih aveva lanciato addirittura una chiamata alle armi. "Sono dichiarazioni pericolose" dice la Pirc Musar "perchè incitano all'odio e all'intolleranza".
Il Ministero della giustizia ha già inoltrato una denuncia nei confronti di Janša per il sospetto di incitamento pubblico alla violenza e al sovvertimento dell'ordine costituzionale. (a.c.)
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