La vulnerabilità della regione del Carso e la necessità di migliorare al più presto l'attuazione di misure preventive sono venute alla ribalta in maniera prorompente nell'estate del 2022, quando 3.700 ettari di terreno boschivo vennero bruciati in un incendio le cui proporzioni sono state definite storiche. Mai prima, infatti, si era registrato un disastro ambientale di simili proporzioni.
E l'attività prosegue ogni giorno, lontano dagli occhi dei riflettori e anche in cooperazione con i colleghi oltreconfine nell'ambito del programma europeo inter-regionale VI-A Italia-Slovenia denominato "Carso sicuro".
L'Istituto forestale sloveno ha programmato per oggi una campagna di rimboschimento che andrà a coprire un'area difficilmente raggiungibile di circa 10.000 metri quadrati, pari a un ettaro. Questa attività, che non è la prima, si svolgerà nelle vicinanze del villaggio di Temnica e sarà condotta da società specializzate nell'impiantare in zone impervie con l'aiuto dei droni. Questo permetterà di riportare piantagioni autoctone e di farlo con modi e tempi da tre a cinque volte più rapidi di quelli tradizionali. I droni, infatti, rilasceranno piccole sacche contententi una miscela di semi, che saranno poi disseminati sempre con l'aiuto dei droni. Finora sono stati rimboscati 45 ettari grazie all'attività dell'uomo, mentre poco più di 2000 saranno quelli per i quali si prevede un recupero naturale. Il lavoro di riabilitazione, che comprende anche interventi importanti nell'organizzazione delle infrastrutture antincendio, finora è stato eseguito in gran parte nelle foreste comunali e demaniali, in misura minore in quelli privati.
Valerio Fabbri