L’armonizzazione degli stipendi è stata la parte che ha determinato lo stop alle trattative il 9 ottobre scorso. I sindacati si attendono che l’esecutivo illustri una proposta su come intendono armonizzare i salari del pubblico impiego con l’inflazione per il prossimo anno. Branimir Štrukelj a capo della Confederazione dei sindacati del pubblico impiego ha intanto già annunciato che, se il governo si rifiuterà di armonizzare i salari nel prossimo anno, inviterà le sigle sindacali a riflettere sulla possibilità di indire uno sciopero generale del settore pubblico. L’intensificazione delle attività sindacali è stata già ventilata dal gruppo negoziale dei sindacati, guidato da Jakob Počivavšek. Previsto infatti per giovedì una manifestazione dinanzi alla sede del governo che ha sempre l’obiettivo di raggiungere un accordo con l’esecutivo per l’armonizzazione dei salari con l’inflazione prevista per il 2024 e con l’eliminazione delle disparità’ salariali e l’attuazione della riforma salariale. Oggi le parti dovrebbero accordarsi sui prossimi passi da compiere nel raggiungimento di un accordo con il fatto che i sindacati restano fermi sulla richiesta che il governo vada a ritirare la sua ultima proposta di settembre, definito inaccettabile. In seguito alle dimissioni di Sanje Ajanović Hovnik dalla carica di ministro della Pubblica amministrazione, la scorsa settimana il primo ministro Robert Golob ha nominato Franz Props come suo successore, dal quale i sindacati si attendono una immediata ripresa dei negoziati. Ai negoziati prendono parte oltre al Ministro delle finanze Klemen Boštjančič, temporaneamente alla guida pure del dicastero della Pubblica Amministrazione, anche il vicecapo del gruppo negoziale del governo, il segretario di stato Ramšak Pešec. I sindacati sostengono in linea di massima che l’elevata inflazione sta determinando una riduzione del valore dei salari in termini reali per la quale è necessario un adeguamento, d’altro canto il governo ha sottolineato che in questo momento la priorità è il risanamento post maltempo del paese e che i fondi non sono sufficienti.
Dionizij Botter