La centrale termoelettrica di Šoštanj (TEŠ), con questa legge, opererà per i prossimi due anni e mezzo, ossia dal 1° gennaio 2025 al 30 aprile 2027, come impianto di teleriscaldamento per la regione che include i comuni di Velenje e Šoštanj, situata nel nord della Slovenia, servendo circa 35.000 utenti. In questo modo, sia TEŠ che il bacino carbonifero di Velenje eviteranno il fallimento, guadagnando più tempo per individuare fonti di energia alternative. La legge prevede che TEŠ, così come il bacino carbonifero, passi sotto la gestione della Holding Slovenske Elektrarne (HSE), la principale azienda energetica del Paese, sotto l'egida della Società per la gestione del Patrimonio Statale (SDH). Lo Stato garantirà circa 403,01 milioni di euro per il teleriscaldamento nei prossimi tre anni, cifra che comprende anche quasi 80 milioni di euro destinati al rimborso di un prestito contratto con la Banca Europea per gli Investimenti per il sesto blocco della centrale termoelettrica. Grazie a questa soluzione, TEŠ e il bacino carbonifero di Velenje eviteranno l'insolvenza, che, secondo gli avvertimenti delle autorità competenti, sarebbe imminente all'inizio del 2025 a causa dell'accumulo di perdite operative. La centrale fornirà il riscaldamento al prezzo in vigore il 1° ottobre di quest'anno, mentre eventuali futuri adeguamenti annuali saranno legati all'inflazione. Se le condizioni di mercato lo consentiranno, TEŠ potrà operare a una potenza superiore a quella necessaria per il teleriscaldamento, producendo così maggiore elettricità e riducendo la necessità di compensazioni statali. La municipalizzata di Velenje, che gestisce la distribuzione del teleriscaldamento, dovrà pubblicare un bando entro il 1° giugno 2025 e selezionare un nuovo fornitore entro il 1° gennaio 2026, che dovrà garantire il teleriscaldamento da fonti di produzione alternative. Le misure a lungo termine per una transizione equa dal carbone saranno definite attraverso leggi relative alla chiusura della miniera di Velenje e alla ristrutturazione della regione carbonifera. La coalizione governativa, pur riconoscendo i problemi legati alla costruzione del sesto blocco della centrale TEŠ, ha sostenuto che la legge proposta rappresenta l'opzione meno dannosa per la popolazione, garantendo il riscaldamento e salvaguardando i posti di lavoro. L'opposizione, invece, ha criticato la legge, ritenendola inefficace nel risolvere i problemi strutturali di TEŠ e sollevando dubbi sul futuro funzionamento e sui costi dell'elettricità. Ha inoltre suggerito alternative, come la ricapitalizzazione di TEŠ e negoziati con la Commissione Europea per ottenere concessioni sui permessi di emissione.
Corrado Cimador