Da Vučko adattato alle varie discipline degli sport invernali alle fotografie che ricordano la presenza di celebrità internazionali, dalle atmosfere vissute nelle case di allora e riprodotte con fedeltà in ogni dettaglio, fino alla medaglia d'argento di Jure Franko, lo sciatore originario di Nova Gorica che è stato il primo sloveno a conquistare una medaglia ai giochi olimpici invernali, emozionato nel ricordo di quella fantastica esperienza. E poi le vignette, i gadget e i disegni fatti a mano per i lavori preparatori, insomma le dinamiche di un mondo che non c'è più eppure sembra essere dietro l'angolo, anche se rimane difficile immaginare con gli occhi di oggi l'organizzazione di un evento sportivo di risonanza internazionale che richiamò a Sarajevo oltre mille sportivi da tutto il mondo. Nelle parole emozionate ed emozionanti di Jure Franko è stato possibile rivivere quei momenti, quelli di un campione allora jugoslavo che regalò un momento di gioia e di orgoglio a un intero paese, per dieci giorni ombelico del mondo sportivo. Otto anni più tardi nacque da quell'emozionante avventura l'iniziativa degli Olimpionici per la pace, come ha spiegato Franko, un modo per restituire a una Sarajevo martoriata dai bombardmaneti quanto era stata in grado di regalare a quelle stesse persone che ora si facevano la guerra. Le quattro sale della mostra provano a restituire con fedeltà non solo oggetti e memorabilia, ma anche a raccontare la vita quotidiana a Sarajevo, calorosa e appassionata come sempre, estasiata dagli occhi del mondo puntati su di lei. Spassosa la ricostruzione dell'aneddoto sulla star americana Kirk Douglas, cui in un ristorante fu consegnato un conto dieci volte superiore da pagare rigorosamente in dollari. La mostra, in programma fino a inizio maggio, è stata inaugurata dalla presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, insieme ai presidenti di Consiglio e Camera di Stato. Nel suo messaggio di saluto Pirc Musar ha voluto sottolineare come la presenza delle massime cariche istituzionali restituisca più di ogni altro gesto l'importanza che Sarajevo '84 riveste nella storia del paese. Che è anche un'occasione, ha detto ancora Musar, per riscoprire il ruolo fondamentale che lo sport riveste nella costruzione di un'identità collettiva, anche per le generazioni future.
Valerio Fabbri