"Dobbiamo impegnarci e iniziare a costruire un altro blocco perché avremo sempre più bisogno di elettricità in futuro, soprattutto se vogliamo incrementare lo sviluppo economico", ha detto il premier, Marjan Šarec, dopo la sua visita, ieri, alla centrale nucleare di Krško. Il primo ministro ha anche avuto un colloquio con la direzione. Secondo le parole del premier, l'energia nucleare rimane un'importante fonte di fornitura di energia elettrica a basse emissioni di anidride carbonica.
"Alla luce dei cambiamenti che si stanno verificando nel settore energia e pensando anche alle fonti di energia nel futuro, sarà necessario decidere quale strada la Slovenia vuole intraprendere", ha detto Šarec. "Durante l'incontro con la direzione abbiamo scoperto che il nostro è decisamente un Paese votato al nucleare, la centrale di Krško infatti produce una parte considerevole dell'energia elettrica in Slovenia", ha aggiunto. Attualmente garantisce infatti il 40% del fabbisogno energetico del Paese.
Il primo blocco della centrale nucleare di Krško rimarrà operativo fino al 2043, proprio in quel periodo verrà chiusa anche la centrale termoelettrica di Šoštanj, per questo motivo il primo ministro ritiene che la Slovenia ha bisogno di una seria politica sull'energia. "Se non vorremo costruire parchi eolici né centrali termoelettriche, scopriremo presto che non avremo più da dove prendere l'energia", ha detto ancora Šarec. "Mi impegnerò affiché il Paese rimanga indipendente in materia di energia", ha promesso.
Per il momento il premier non ha ancora cercato il sostegno della coalizione riguardo il progetto, non ha voluto nemmeno chiedersi se per la costruzione e il finanziamento del secondo blocco della centrale nucleare di Krško sarà necessaria una collaborazione con altri paesi.
Erika Paternuš