Una soluzione costosa e poco convincente, quella dei tamponi rapidi, che verrà messa in soffitta tra una decina di giorni anche in Slovenia. A dirlo il direttore dell’istituto nazionale di sanità Milan Krek, che ha dichiarato di sperare che così nelle prossime settimane aumentino i vaccinati, ancora troppo pochi, essendo questo l’unico modo efficace di tenere sotto controllo l’epidemia.
Il segretario di stato presso il ministero della sanità Franc Vindišar ha affermato che il sistema del green pass “dovrebbe diventare una misura necessaria in tutte le attività, nella sanità, nell'assistenza sociale, nella cultura, nell'istruzione, nella ristorazione, nello sport, nella vita pubblica in generale". Il passaporto sanitario potrebbe quindi diventare prossimamente obbligatorio per tutte le attività pubbliche e lavorative e nel caso non si sia vaccinati o guariti dal Covid nei sei mesi precedenti i cittadini saranno tenuti a presentare un test rapido ogni 48 ore, pagando 12 euro a test, con un investimento mensile di circa 150 euro. Il costo del test sarà a carico dei datori di lavoro.
Preoccupazione, inoltre, per quanto riguarda la ripresa il prossimo primo settembre dell’anno scolastico visto che non sono ancora chiare le misure che saranno in vigore per un rientro in aula il più possibile in sicurezza. L’obbligo di possesso del green pass dovrebbe valere per gli studenti universitari, mentre per quelli delle scuole medie superiori ed elementari dai 12 anni in su si pensa di continuare con il test settimanale volontario per poi, nel caso si giunga alla fase rossa, introdurre probabilmente il green pass anche per gli studenti. Il governo dovrebbe modificare il decreto questa settimana, secondo il quale tutti i dipendenti dell'istruzione dovranno soddisfare le condizioni del green pass a partire dal 16 agosto, quando inizieranno gli esami di recupero.
La ministra dell’istruzione Simona Kustec in un’intervista televisiva ha detto di sperare che in queste settimane ci sia un aumento del numero di vaccinati tra i docenti e gli operatori del settore, il cui numero fino ad ora è di poco superiore al 50 %.
Barbara Costamagna