"Non possiamo correre il rischio di ritrovarci con meno soldi in tasca a causa degli stipendi netti più alti"; lo ha affermato la presidente dell'Unione dei sindacati liberi della Slovenia, Lidija Jerkič. A novembre il premier Robert Golob aveva promesso che le linee guida della riforma sarebbero state fissate nel quadro del dialogo sociale entro la fine del primo trimestre di quest'anno. “Al momento non vediamo segnali tali da indicare un interesse del governo per un coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per portare avanti una riforma annunciata da tempo e che poi si blocca sul nascere a causa dello scontro tra i partner sociali”, ha detto Jerkič. “Di ciò non abbiamo alcun bisogno. Se verremo chiamati in causa, come sindacati esporremo le nostre posizioni e perseguiremo i nostri obiettivi in modo molto chiaro”, ha aggiunto. Ha citato tra l'altro la necessità di garantire una riforma equilibrata. Se gli stipendi verranno tassati di meno bisognerà trovare risorse alternative per il bilancio dello stato. Ha posto l'accento in particolare sullo stretto legame tra sistema fiscale e trasferimenti sociali. "Non vale la pena ottenere salari più alti se poi il reddito percepito è inferiore in quanto i trasferimenti sociali scompaiono”. Una riflessione che trova d'accordo l'ex segretario di stato al Ministero delle Finanze, Tilen Božič, secondo il quale la soluzione sta in una stretta connessione tra politica fiscale e politica sociale. Anche per il presidente della confederazione sindacale Pergam, Jakob Počivavšek, è completamente sbagliato pensare di arrivare ad aumenti salariali con la semplice formula del "tagliamo le tasse". Branimir Štrukelj, presidente della Confederazione dei sindacati del settore pubblico, ha rilevato che l'obiettivo della riforma fiscale dovrebbe essere quello di mantenere un'elevata qualità della vita. Si deve pertanto tenere conto che i servizi sanitari, sociali, l'istruzione e altri settori necessitano di determinate risorse, magari limitate; quindi, bisogna sapere esattamente come utilizzare le entrate fiscali.
Delio Dessardo