"Siamo sulla buona strada per ottenere un seggio non permanente al Consiglio di Sicurezza dell'ONU." Così il Ministro degli Esteri, Tanja Fajon a pochi giorni dal voto all'Assemblea generale. La votazione è in programma martedì 6 giugno. "Nell'ultima settimana," ha detto, "abbiamo ricevuto segnali molto positivi". La Slovenia, che si candida in rappresentanza del gruppo dell'Europa orientale, avrà come concorrente la Bielorussia. Per assicurarsi il seggio, della durata di due anni, in questo caso nel biennio 2024-2025, è necessaria la maggioranza dei due terzi dei paesi ONU che voteranno. La capo diplomazia non ha voluto parlare di numeri, cioè su quanti paesi la Slovenia potrà contare al momento delle votazioni. "Il voto è segreto", ha detto, "quindi le espressioni di appoggio vanno prese con cautela". Fajon si è detta soddisfatta della campagna di promozione per la candidatura della Slovenia, candidatura inoltrata a fine 2021, durante il governo Janša. Nelle varie tournee organizzate nell'ultimo anno, tanto è durata la campagna, Fajon ha incontrato personalmente i rappresentanti di 150 paesi, con altri 40 circa sono stati instaurati contatti tramite alti rappresentanti del ministero degli esteri. Russia, Bielorussia, Siria, Afghanistan Nicaragua e Venezuela sono gli unici paesi con i quali la diplomazia slovena non ha avuto consultazioni per la sua candidatura. Tanja Fajon ha auspicato il proseguimento dei contatti instaurati in questo periodo, traendo vantaggi anche sul piano economico,;"si tratta di una straordinaria occasione che va sfruttata", ha rilevato, dicendosi convinta che la Slovenia sarà in grado di proporsi come un paese affidabile, capace di rafforzare il clima di fiducia nel Consiglio di Sicurezza e collaborando con tutti. Ha evidenziato che negli incontri con i governanti dei paesi visitati durante la campagna per promuovere la candidatura, la Slovenia ha dovuto affrontare accuse di incoerenza di cui sarebbe responsabile l'Europa che, di fronte alla guerra in Ucraina, starebbe dimenticando i conflitti in altre parti del mondo. "E' importante", così Tanja Fajon, "dimostrare che l'Europa non ignora queste emergenze".
Delio Dessardo