Per una volta tutte le tifoserie, anche quelle storicamente rivali, si sono ritrovate d'accordo nel boicottare la decisione presa dalla Lega Basket italiana di sostituire nell'ultimo turno del campionato di serie A l'inno italiano con quello francese, per onorare quanto accaduto a Notre-Dame.
Tutti i gruppi organizzati di tifosi hanno minacciato di entrare nei palazzetti solo ad inno francese ultimato, oppure di voltare le spalle al campo durante l'esecuzione. La tifoseria di Milano, in un comunicato, aveva sottolineato che, "con tutti i problemi del territorio nazionale in cui viviamo e soprattutto coi bisogni ancora insoddisfatti delle vittime e delle località italiane colpite da sismi e calamità, tutta questa patetica solidarietà per l'incidente che ha colpito la cattedrale francese ci pare solo l'ennesima dimostrazione dell'ipocrisia politica delle nostre istituzioni nazionali e sportive". Una posizione che sostanzialmente rispecchiava quella di tutte le tifoserie italiane.
Inizialmente l'iniziativa di suonare la marsigliese era sembrata obbligatoria, poi c'è stata una precisazione che ha avuto tanto il sapore di una marcia indietro, in cui si spiegava che in realtà era facoltativa la possibilità di onorare la Francia. A questo punto sono state le società a scegliere e tra le prime a precisare che non avrebbe aderito all'iniziativa è stata la Pallacanestro Trieste che con una nota ufficiale aveva comunicato la scelta i suonare solo l'inno d'Italia. Decisione condivisa da tutte le altre squadre, tanto che su tutti i parquet, come di consueto, si sono sentite solo le note composte da Mameli.
Insomma ancora una volta un piccolo pasticcio che probabilmente si sarebbe potuto evitare con una semplice e veloce consultazione tra Lega e Società.
Per quel che riguarda la Pallacanestro Trieste sicuramente meglio parlare di basket giocato, visto che anche la seconda potenza del campionato, Venezia, è uscita con le ossa rotte dall'Allianz Dome, con Trieste che ora occupa la quarta posizione in classifica.
Davide Fifaco