La risposta fa seguito all'indagine avviata a gennaio dalla commissione europea, non avendo la Slovenia rispettato tutti gli impegni assunti nel 2013, in cambio del nullaosta da Bruxelles agli aiuti statali per il salvataggio dell'istituto di credito, circa 2 miliardi di euro. Come spiegato da Mateja Vraničar Erman, nella missiva viene indicato il percorso da seguire per portare avanti la trattativa, soprattutto in relazione ai provvedimenti di compensazione sollecitati da Bruxelles in cambio di proroghe. In pratica, ci si basa sulla proposta già trasmessa alla commissione in dicembre. Una proposta, formulata in quella occasione, per venire incontro alle valutazioni dell'esecutivo comunitario, che condizionava il rinvio della vendita con adeguate misure compensative, la cui rigorosità doveva essere proporzionale alla durata del rinvio. A dicembre Lubiana aveva ufficialmente richiesto un cambiamento delle condizioni inizialmente accettate, proponendo di avviare quest'anno il processo di privatizzazione della NLB, per concluderlo al più tardi entro la fine del 2019. Fino al momento in cui la quota di proprietà dello stato sarebbe superiore al 25 percento, la gestione dell'intero pacchetto azionario dell'istituto verrebbe affidata ad un amministratore fiduciario indipendente. Il precedente impegno assunto dal governo, che a suo tempo aveva già potuto contare su un rinvio, prevedeva la vendita del 50 percento della NLB entro le fine del 2017, il rimanente 25 quest'anno. In conformità con il Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea che regolamenta gli aiuti di Stato, la commissione dovrebbe decidere nel giro di 18 mesi in merito alla risposta di Lubiana. Tra le possibili opzioni, l'obbligo a restituire gli aiuti a suo tempo ottenuti dalla Nova Ljubljanska Banka per rimettersi in carreggiata.