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Quattro anni di grandi soddisfazioni con i fondi alla cultura passati dai 24 milioni e 500 mila euro del 2013 ai quasi 48 milioni nel 2017, cifra confermata per il prossimo triennio. "Una crescita che vuole essere progetto collettivo", ha ricordato Torrenti che ha dichiarato di aver realizzato tutto quello che si era prefissato.

La legislatura FVG termina tuttavia - gli abbiamo ricordato - lasciando nell'incertezza la componente italiana di Slovenia e Croazia disorientata dalle nuove modalità di erogazione dei contributi regionali a suo favore; una situazione che ha acuito il confronto tra l'Unione Italiana e l'Università popolare di Trieste. "La legge che finanzia le associazioni italiane all'estero, in modo particolare Slovenia, Croazia e ora anche Montenegro, ha un suo regolamento", ricorda Torrenti aggiungendo che "con il Ministero degli Esteri si è puntualizzato come non ci possa essere automatismo nel trasferimento dei contributi. La Legge regionale è diversa da quella nazionale che affida all'Unione Italiana l'interezza dei fondi previa consultazione con la Regione FVG e l'UPT", sostiene Torrenti e dice ancora: "Noi, per chiarezza, abbiamo fatto gli stessi Bandi che abbiamo fatto per tutto il mondo della cultura, aprendoli anche alle CAN, alle Comunità degli Italiani e a tutti i soggetti che vi sono in Slovenia, Croazia e Montenegro". Lo scopo sarebbe quello di rafforzare - ci spiega l'assessore - la presenza e l'innovazione e migliorare l'offerta culturale oltre confine. "Mettere in moto una competizione qualitativa simile a quella presente in Regione anche perché è palese che la qualità delle manifestazioni in lingua italiana di Slovenia, Croazia e Montenegro andava assolutamente migliorata e rinnovata", ci dice ancora Torrenti, convinto che le nuove regole riconoscono la funzione che l'Unione Italiana ha nei confronti dello Stato sloveno e di quello croato.

All'osservazione sulla rappresentatività che l'Unione Italiana ha anche in virtù del Trattato italo-croato sulla tutela delle minoranze, Torrenti risponde che "Unione Italiana non è l'ente di rappresentanza della CNI nei confronti dell'Italia; lo è solo nei confronti degli stati esteri", e aggiunge "la Regione Friuli Venezia Giulia non ha alcun strumento giuridico per dire di non poter riconoscere le Comunità degli Italiani. L'Unione Italiana non è IL, è UNO dei soggetti che possono partecipare ai Bandi".

Per quanto riguarda il superamento dell'attuale situazione, secondo Torrenti l'Unione Italiana dovrebbe spiegare ai propri associati le modalità di adesione al concorso per l'assegnazione dei fondi regionali. "Senza stupida gelosia di gestire da sola le risorse perché sono contributi che vanno sempre e comunque agli associati dell'UI", dice ancora auspicando una maggiore collaborazione: "Chiedo all'Unione di essere parte diligente di questo progetto che vuole portare innovazione".